Cava de’ Tirreni, l’addio a Metellia da direttore generale di Maurizio Avagliano: da guardiano del faro ad un futuro da Cincinnato?
Diciamoci la verità, Avagliano di sicuro non lo rimpiangeranno a Palazzo di Città. Si sono tolti dai piedi un rompiscatole, per qualcuno,
La notizia circolava da qualche mese e, a richiesta, veniva sempre negata. Da ieri è ufficiale. Maurizio Avagliano lascerà dal prossimo 1° ottobre l’incarico di direttore generale della Metellia Servizi, la società in house del Comune di Cava de’ Tirreni.
L’Avagliano, cavese doc, avvocato, docente di diritto negli istituti di istruzione superiore, apprezzato amministrativista, lascia il prestigioso incarico di direttore generale dopo cinque anni, alla naturale scadenza del suo mandato, il prossimo 30 settembre. Tecnicamente, dunque, non viene rinnovato l’incarico né al momento è stata avviata la procedura selettiva per individuare il suo eventuale successore.
A questo punto, la domanda nasce spontanea. E’ l’Avagliano che preferisce mollare gli ormeggi o è il padrone del vapore, vale a dire il Comune metelliano, e quindi il sindaco Servalli, a non volerlo più tra i piedi? La risposta, almeno in termini di ufficialità, non c’è.
La sensazione, però, è che entrambe le ipotesi siano valide. In altri termini, Maurizio Avagliano ha avvertito che non è più particolarmente gradito a Servalli e ai suoi. E non è neanche da escludere che al Comune sia maturata l’idea di assicurare a qualcun altro, più docile e politicamente omogeneo, l’incarico di direttore generale della Metellia.
Siamo, però, nel campo delle impressioni. Delle supposizioni. Dei sussurri che trapelano dal palazzo. Niente di più.
Un fatto è certo, però. Maurizio Avagliano è persona intelligente, esperta, competente e dotata di autonomia di pensiero. Doti indubbiamente apprezzabili, ma non sempre gradite al potere, anzi, scomoda. A Servalli, poi, di sicuro, visto di chi si è circondato in questi anni. Di mezze tacche, senz’arte né parte.
L’Avagliano, insomma, con il sorriso, il più delle volte sardonico, e con garbo, nonostante le sue pungenti stilettate, è uno di quelli che quando deve dire un no deciso non si fa specie di pronunciarlo. E ha il difetto pure di motivarlo in modo compiuto da un punto di vista sia tecnico che giuridico.
Diciamoci la verità, Avagliano di sicuro non lo rimpiangeranno a Palazzo di Città. Si sono tolti dai piedi un rompiscatole, per qualcuno, un osso duro per altri, per nulla allineato supinamente ai desiderata del sindaco Servalli e della sua maggioranza.
Sia chiaro, è comprensibile che la politica chieda alle società partecipate, e più ancora a quelle in house come la Metellia, anche l’impossibile. In termini di risultati, sia industriali che economico-finanziari, ma anche nel venire incontro a pressioni di tipo clientelare.
Nella nostra città, poi, tutto ciò si è accentuato con le difficoltà di bilancio del Comune. Alla Metellia, in questi ultimi anni, è stato chiesto di tutto e di più pur di attingere risorse finanziarie utili a tappare i buchi nei conti. La Metellia è diventata così più strategica di quanto già non lo sia per sua naturale vocazione. Anzi, è diventata il bancomat di Servalli e soci, ma anche la società cui affibbiare ogni tipo di patata bollente. Ad un certo punto, i cavesi hanno comprensibilmente cominciato a chiedersi se la concreta gestione della città fosse a piazza Abbro o a viale Marconi.
Fatto sta che, nonostante le acque spesso fin troppo agitate, la Metellia ha retto. Non è affogata nella voragine dei debiti e delle richieste di aiuto, a volte discutibili, che venivano da Palazzo di Città. Anzi, la società in house del Comune è cresciuta sotto tutti i punti di vista. Merito indubbiamente di chi l’amministra. Merito, tuttavia, anche del direttore generale Avagliano che ha, come dire, “normalizzato” le varie e più diverse situazioni.
Per farla breve, Avagliano è stato, per certi versi, il guardiano del faro. Quello che ha saputo, anche facendosi dei nemici, fare da scudo tecnico-giuridico alle pretese della politica, da quelle legittime a quelle opinabili e/o improvvide ed azzardate, se non addirittura deleterie.
Molto probabilmente, in un simile contesto, Maurizio Avagliano ha preferito mettersi da parte. Un po’ come è accaduto per ia presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, la dottoressa Luciana Catalano, ad inizio dello scorso agosto. E così, nel giro di pochi mesi, il nostro Comune perde due professionisti con gli attributi. E’ evidente che, anche in questo caso, qualcosa non torna e preoccupa.
A questo punto cosa succederà? La Metellia da tempo è sul filo del rosaio. Il suo amministratore unico, Giovanni Muoio, ha le spalle larghe ed un’esperienza e capacità politica da mettersi nelle tasche i tanti politicanti da strapazzo che affollano il panorama cittadino. Ora sarà più solo, ma finché resisterà al suo posto, di sicuro la Metellia non finirà nel vortice debitorio del suo unico socio, il Comune di Cava de’ Tirreni. Il futuro di Metellia, tuttavia, nell’insieme appare incerto e molto a rischio. Speriamo bene, soprattutto per i suoi lavoratori e le loro famiglie.
E Maurizio Avagliano? Tornerà a scuola e nel suo studio legale. In prospettiva, è però una preziosa risorsa per la vita politica cittadina. D’altra parte, ha accumulato un’esperienza amministrativa e gestionale invidiabile, dopo questi cinque anni a Metellia e quelli in precedenza come dirigente comunale, ai tempi del sindaco Messina.
Per dirla tutta, non escludiamo affatto che nel suo destino c’è che da guardiano del faro si trasformi in un novello Cincinnato.
«Spes unica imperii populi romani», scriveva Tito Livio di quest’ultimo. Forse lavoriamo troppo di immaginazione, ma in politica, come nella vita, mai dire mai…