scritto da Pasquale Petrillo - 10 Maggio 2023 16:28

Cava de’ Tirreni, la retromarcia del sindaco Servalli sulla chiusura di Casa Serena: una vicenda da cui trarre più di un insegnamento

Quello di Servalli non è classificabile come un beau geste. E' stato semplicemente costretto a ritornare sui propri passi. Da chi?

Una volta tanto da Palazzo di Città arriva una notizia buona. Casa Serena non sarà chiusa clicca qui per leggere.

Lasciamo perdere la solita narrazione del nostro primo cittadino che fa a cazzotti con la verità dei fatti. Quel che conta è il risultato: la struttura non sarà venduta e comunque non sarà chiusa l’attività.

Inutile anche ribadire il modo pedestre con cui questa Amministrazione comunale governa la cosa pubblica. L’assoluta insensibilità, la mostruosa superficialità e la intollerabile incompetenza con cui maneggia le politiche sociali.

A cominciare dall’ormai famigerata assessore alle politiche sociali Annetta Altobello. Ha avuto la capacità di sfasciare un Piano di Zona e guastare definitivamente i rapporti politico-istituzionali con i comuni della Costiera, che ormai lavorano per staccarsi da Cava. Oddio, per onestà intellettuale, bisogna riconoscere che la Altobello è sul podio più alto dell’imperizia e dell’inidoneità insieme al suo dante causa politico: il sindaco Servalli.

Lasciamo perdere tutto ciò. Sono cose già dette e ripetute. Quel che conta oggi è la retromarcia compiuta dall’Amministrazione Servalli sulla chiusura prevista per lo scorso 30 aprile di Casa Serena e scongiurata all’ultimo momento.

Quello di Servalli non è classificabile come un beau geste. E’ stato semplicemente costretto a ritornare sui propri passi.

Da chi?

In primo luogo, dalla rivolta scatenatasi sui social, dalle pressioni dei familiari degli anziani assistiti a Casa Serena, dai lavoratori che rischiavano il posto di lavoro, perché con un tratto di penna così avevano deciso a Palazzo di Città, di fatto chiudendo la struttura.

E poi, vivaddio, dalla presa di posizione delle opposizioni, pure loro costrette a destarsi dal letargo per la sollevazione popolare in atto.

In ultimo, ma non ultima, da una città che con la chiusura di Casa Serena come non mai si era sentita tradita, derubata, pugnalata alle spalle, offesa e mortificata.

Per questo, da una simile vicenda, bisogna trarre una morale, un insegnamento per il futuro oltre che per il presente.

Questa città non può e non deve più subire le angherie politico-amministrative di questa sciagurata e maldestra Amministrazione comunale. Deve reagire compatta. In modo civile e democratico, ovviamente, ma farsi sentire, protestare, contestare le scelte scellerate e inappropriate di questi mediocri amministratori comunali.

Questa città deve tornare in piazza, non solo per passeggiare, ma per far sentire la propria voce, per pretendere la buona politica e la buona amministrazione.

E le opposizioni? Un po’ di unità politica in più le renderebbe più credibili di quanto oggi non lo siano. Se poi fossero più in sintonia con i bisogni dei cittadini. Magari più solleciti ad ascoltare le loro istanze. E più pronti nel farsene interpreti dentro e fuori al palazzo. Beh, se tutto questo avvenisse, forse guadagnerebbero non pochi punti in quanto ad autorevolezza e prestigio.

In conclusione, questa nostra città sta vivendo un inquietante crepuscolo. Tocca ai noi cittadini darci una mossa per invertire la rotta. Non possiamo rischiare di diventare una città di anime morte.

D’altro canto, finché avremo questi amministratori non possiamo fare altrimenti. Dovremo, per forza di cose, far di necessità virtù. Magari facendo nostro il suggerimento della bella e brava scrittrice Elif Shafak: “Non posso cambiare la direzione del vento, ma posso aggiustare le vele per raggiungere sempre la mia destinazione”. 

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

Una risposta a “Cava de’ Tirreni, la retromarcia del sindaco Servalli sulla chiusura di Casa Serena: una vicenda da cui trarre più di un insegnamento”

  1. E la strada per Rotolo, non ancora riparata, che ci costringe a lunghe e dispendiose strade alternative?
    Sarà anche colpa della Provincia, ma che il Comune intervenga!

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