Cava de’ Tirreni, il nervosismo del sindaco Servalli e le anime belle della politica cittadina
La politica, però, soprattutto negli ultimi decenni, ci ha abituato a cose anche peggiori. Nessuno è indenne, la sinistra non meno di altri.
Il manifesto, con cui l’opposizione dà in pasto ai cavesi l’ammontare degli “stipendi” di sindaci e assessori, è indubbiamente forte. E non può di certo essere annoverato tra i gesti cavallereschi.
La politica, però, soprattutto negli ultimi decenni, ci ha abituato a cose anche peggiori. Nessuno è indenne, la sinistra non meno di altri. Scandalizzarsi per questo, in tutta onestà, è a dir poco eccessivo e soprattutto fuori luogo. Tutte queste anime belle che calcano l’attuale scena politica non le vediamo, anzi…
Detto questo, cominciamo con una considerazione di fondo. Le indennità, con i relativi aumenti, riconosciuti agli amministratori comunali non solo sono legittime, ma sono una miseria rispetto alle responsabilità dell’incarico. Un sindaco, di una città come la nostra, che percepirà dal prossimo anno seimila euro lordi, ci sembra più che normale. Anzi, non appare affatto una cifra eccessiva. Di sicuro, ci sembra che, al contrario, non sia proporzionata al carico di lavoro e di responsabilità, con relativi rischi soprattutto giudiziari, cui è chiamato un primo cittadino.
Il problema vero è quindi un altro, vale a dire la qualità dell’impegno che sindaco, assessori e presidente del consiglio comunale ci mettono nell’assolvere il loro incarico a favore della comunità governata.
Nella nostra città, a tal riguardo, siamo decisamente ai verbi difettivi. A prescindere dai conti in rosso del nostro Comune, che comunque intaccano fortemente i servizi da erogare ai cittadini e il loro portafoglio. In questa ottica, i nostri amministratori comunali avrebbero potuto e dovuto fare di più rispetto alla rinuncia del dieci per cento dei loro emolumenti a favore di un fondo sociale.
Ad ogni modo, quel che preoccupa è il livello dello scontro politico nella nostra città. Non c’è un confronto dialettico sulle questioni, tante, e sulle soluzioni da trovare. La maggioranza è chiusa nel suo fortino, preoccupata solo di difendersi a mani nude ed oramai da un pezzo è incapace di dialogare.
Sia chiaro, è comprensibile lo stato di tensione e di preoccupazione che vive il nostro primo cittadino nel far quadrare i conti comunali. Cosa non facile, come tutti sanno. E del suo comprensibile sforzo di far sopravvivere un governo municipale in evidente consunzione. Tuttavia, il nervosismo che mostra non fa bene all’istituzione che guida ed è deleterio soprattutto per lui. Lo si è visto nell’ultima seduta consiliare. Una reazione spropositata e ingiustificata. E sui social in queste ore. Dare del miserabile e dell’imbecille ai suoi oppositori non è solo assai discutibile, ma non fa altro che esacerbare gli animi. Il suo, purtroppo per lui, è un tentativo vano e disperato, oltre che deleterio, di delegittimare gli avversari.
Un maggior rispetto da parte di Servalli per il ruolo dell’opposizione, quella vera e non accomodante, sarebbe a dir poco auspicabile. Allo stesso modo, sarebbe assai più dignitoso per lui non vestire sempre i panni della vittima e una volta sì e l’altra pure gridare alla lesa maestà per qualsiasi rilievo che gli viene mosso.
In conclusione, sarebbe preferibile che tutti abbassassero i toni e che ci si accapigliasse sulle questioni vere piuttosto che su altro meno rilevante per il bene della comunità.
L’impressione, tuttavia, è che oramai sia troppo tardi. La politica cittadina da tempo sta percorrendo un inesorabile declivio. E, purtroppo, al di là del presente, all’orizzonte per ora non si vede nulla di nuovo e di buono.