Cava de’ Tirreni, c’è bisogno di gente nuova per sanare i guasti provocati da Servalli e soci
Cava de' Tirreni, c'è bisogno di gente nuova per sanare i guasti provocati da Servalli e soci
E’ da qualche mese che girava la voce sull’aumento del debito del Comune di Cava de’ Tirreni. Si parlava di un’altra ventina di milioni di euro. Ci auguravamo che si trattasse di un’esagerazione. Purtroppo, non è così. I conti del nostro Comune sono in rosso per altri 18 milioni di euro.
In totale, si arriva a 58 milioni e mezzo. Un’enormità per una città con poco più di 50 mila abitanti. In altre parole, ognuno di noi ha, per il solo fatto di essere residente a Cava de’ Tirreni, un debito di oltre 1.100 euro.
D’altra parte, saremo noi cavesi a dover ripianare questo debito. Euro sopra euro, per un bel po’ di anni, fino a che non saranno risanate le casse comunali.
Una disgrazia per ogni cittadino metelliano. Più ancora una sciagura per una città già in difficoltà, mal gestita, allo sbando e, come ha scritto con acume l’ex sindaco Gravagnuolo proprio sul nostro giornale pochi giorni fa, spenta. Una pesantissima palla al piede per l’economia cittadina, la quale già boccheggia, ma che ora rischia davvero di affondare definitivamente.
Detto ciò, qualche rapida considerazione è doverosa.
La prima. Gli attuali amministratori comunali la smettessero di trovare giustificazioni (che pure in parte ci saranno) arrampicandosi sugli specchi e di affannarsi in uno squallido scaricabarile. Governano questa città da sette anni e dopo un debito accertato in un solo anno, nel 2020, di circa 13 milioni, oggi ne aggiungiamo, per il 2021, altri 18 milioni di euro. Vogliamo ancora accreditare la favoletta che i debiti di oggi siano un’eredità del passato, da addebitare sic e simpliceter a Galdi, Gravagnuolo, Messina… fino ad arrivare ad Abbro?
La seconda. Ma ci fermiamo qui o alla fine di quest’anno ci troveremo altri debiti? Il dubbio, anzi, la preoccupazione è legittima, visto che il nostro sembra essere diventato negli ultimi anni un ente che produce debito quasi per incanto. In breve, la voragine finanziaria termina qui o scopriremo altri debiti o produrremo nel prosieguo altri buchi di bilancio?
La terza. Deliberato il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario, l’auspicio è che Servalli e i suoi siano mandati a casa. Il Pd in primo luogo, ma più ancora i moderati che hanno consentito la vittoria al primo turno a Servalli nel settembre 2020, mostrino coraggio ed onestà intellettuale ponendo fine a questa amministrazione comunale fallimentare, ma soprattutto incapace di affrontare questa nuova, delicata stagione politico-amministrativa.
Per farla breve, oltre al Pd, l’auspicio è che Italia Viva e Azione traggano le doverose conclusioni e liberino la città da Servalli e dal suo cerchio magico, rivelatosi a dir poco inadeguato a governare la città.
Barbuti, Santoriello, De Filippis e Balestrino avranno il coraggio di dire basta a questo scempio politico-amministrativo, dando una prova di orgoglio, ma anche di lungimiranza politica? E il segretario del Pd De Rosa, ma anche i Narbone, i Nunzio Senatore, i Manzo, la Padovano e la Landi, che faranno? Vorranno continuare ad andare a picco con Servalli, mandando così decisamente alla malora i loro consensi elettorali?
Vedremo quali saranno le loro scelte. Chi scrive, non crede che succederà molto, anzi. E’ facile immaginare che serreranno le file e troveranno come giustificazione quella di evitare un commissariamento del Comune per un annetto, come se quella di avere ancora Servalli come sindaco non sia di per sé la peggiore delle sciagure possibili.
La quarta. In ogni caso, è inutile sprecare energie nell’affermare responsabilità e colpe. La città, i cavesi, tranne quelli che hanno interessi immediati con quest’Amministrazione, hanno inteso quello che c’è da capire e il giudizio lo hanno espresso e lo esprimono da tempo sui social e sotto i portici.
La vera questione, infatti, è costruire un’alternativa credibile e valida agli attuali amministratori comunali. La città, nei prossimi anni, sarà chiamata a compiere dei grandi sacrifici. E’ un po’ banale, ma purtroppo risponde al vero sostenere che ci attendono anni di lacrime e sangue. Proprio per questo, c’è bisogno di nuovi amministratori, innanzi tutto capaci e competenti, ma anche non direttamente o indirettamente corresponsabili del disastro finanziario che è stato realizzato da Servalli & C.
In conclusione, non è affatto una questione di destra o di sinistra. Magari fosse così! C’è bisogno di gente nuova, a prescindere. Gente che ridia innanzi tutto dignità all’istituzione comunale e ristabilisca un clima di fiducia. Una nuova classe dirigente che trasmetta alla città dolente e rassegnata una scossa di entusiasmo. Un nuovo personale politico che sia capace di far intravedere un futuro, una crescita economica, uno sviluppo produttivo, una rigenerazione civica.
E’ questo, infatti, uno degli indispensabili ma non unico presupposto per incominciare a risalire la china, diversamente continueremo a vivere nel pantano di oggi e non ci sarà nessun futuro per la nostra città.