Cava, polemica Ausino: il segretario del Pd de Rosa replica ad Alfonso Senatore
Sull’attacco dell’avvocato Alfonso Senatore, di cui abbiamo dato notizia nella giornata di ieri, non si fa attendere la replica del segretario del Pd cavese, l’avvocato Massimiliano de Rosa, con una puntuale nota di precisazione indirizzata al nostro Direttore.
«L’avv. Alfonso Senatore -scrive De Rosa- testualmente dichiara che “è davvero strana la lingua italiana”, affermazione poco felice perché non c’è lingua al mondo, con la varietà di vocaboli ed aggettivi, di più bello e di più preciso. Strumentalmente torna su un articolo apparso su Cronache dove nel mentre si parlava di Ausino si faceva trapelare che il PD avrebbe “sistemato” tra gli altri Massimiliano de Rosa».
«L’avvocato -scrive ancora de Rosa- ritiene che il sottoscritto ha male interpretato il termine sistemare. Senza scomodare il Devoto Oli, il verbo sistemare nelle sue accessioni ha quella di “Assumere, o fare assumere, in un impiego, in un posto di lavoro”. Su questo punto il giornale ha fatto la rettifica chiedendo scusa al sottoscritto indicando la professione legale ultratrentennale e il patrocinio alle Magistrature Superiori».
«L’avvocato Senatore -argomenta de Rosa- calpestando anche la deontologia forense, ritorna sull’articolo mettendo in dubbio anche le consulenze facendo credere che le stesse maschererebbero una serie di consulenze usate come escamotage per recuperare una somma periodica o mensile. Ebbene il sottoscritto ha un unico e solo contratto di consulenza annuale rinnovabile. Negli anni scorsi sotto le diverse gestioni ci sono sempre stati consulenti a contratto, consulenti che ricoprivano ruoli politici e funzioni di consiglieri comunali, con la differenza che in passato i«« professionisti non sono mai stati attaccati».
«Puntualizzato ciò, una volta e per tutte, almeno si spera -incalza ancora l’avv. de Rosa- l’avv. Senatore fa riferimento ad un comunicato stampa nel quale lo scrivente nella qualità di segretario cittadino del PD stigmatizza gli attacchi strumentali che provengono dalla vecchia politica. A questo punto l’editorialista concorda con l’avv. Senatore nel ricordare che l’unica opposizione a questa amministrazione è fatta sui social e sui giornali. Su questo punto mi sia sommessamente consentito di ribadire con forza quanto scritto nel comunicato stampa. Proprio i social ed i giornali stanno dimostrando la pochezza e la strumentalità del loro operato e manco a farlo apposta è proprio la vicenda di Ausino che dimostra quanta ignoranza e quanta strumentalizzazione c’è sui social e sui giornali locali. In questi giorni è apparso sul giornale Cronache del 31 luglio 2019 un articolo titolato “Ausino i conti non tornano un bel buco da 800mila euro”. Dopo la pubblicazione di quell’articolo, sui social sono piovute critiche sulla gestione, sul PD cittadino; lo stesso giornale sta conducendo una campagna su questo buco di bilancio e addirittura tre consiglieri comunali hanno pubblicato commenti sui loro profili social e manifestato sui giornali tutto lo sdegno e la critica alla mala gestione di Ausino. Anche la Sua testata ha dato risalto a questo buco di bilancio raccogliendo le lamentele di un consigliere comunale».
«Lo stesso Avvocato Senatore -scrive de Rosa-nell’attaccare il sottoscritto parla di buco di centinaia di migliaia di euro dovuto alle consulenze. Cosa dire? L’avvocato Senatore mi invita a rispondere a queste domande. Caro Direttore Direttore… il buco non lo troverà da nessuna parte… e l’Ausino ha chiuso il bilancio con oltre 200.00 euro di attivo. Mi chiedo, allora, questi avvocati, questi consiglieri, questi cittadini che scrivono sui social… hanno un minimo di contezza di cosa dicono?… da qui una sequela di attacchi violentissimi, ingiustificati, nei confronti di Ausino e della sua gestione. Questa, a mio sommesso avviso, non è opposizione ma è una vera e propria aggressione strumentale, portata avanti da coloro che hanno amministrato in passato e che sanno che la riconferma di questa amministrazione alla guida della città li spazzerebbe via definitivamente dalla scena politica».
All’avvocato Massimiliano de Rosa è però doverosa una precisazione da parte nostra: i giornali hanno comunque sempre il diritto e il dovere di cronaca. Questo per dire che non ci sentiamo affatto in colpa nel dare spazio oggi agli avversari di questa Amministrazione comunale e domani all’Amministrazione che verrà a prescindere dal suo colore, anzi, lo riteniamo un dovere. A maggior ragione continueremo a dare voce ai consiglieri comunali, com’è il caso del consigliere Palumbo, fino a poco tempo fa in maggioranza e tra gli elettori del sindaco Servalli alle ultime comunali, o agli ex assessori, com’è il caso di Enrico Bastolla, o a chiunque altro, senza operare alcuna censura preventiva. D’altro canto, non tocca a noi giornalisti replicare politicamente.
Di certo, sia chiaro, almeno per quanto ci riguarda, fino a quando Palumbo, Bastolla, Senatore o chiunque altro diranno la loro, senza scadere nella contumelia o nella diffamazione, questo giornale, ma immagino qualsiasi altro, darà loro spazio, lo stesso che non neghiamo e che non abbiamo negato finora a nessuno e che non le stiamo negando adesso, non fosse altro perché quotidianamente operiamo delle scelte sulle notizie da pubblicare o sul risalto da dare alle stesse (e in questo, ci sia consentito, tra Davide e Golia, scegliamo Davide), ma aborriamo di dover preventivamente operare una qualsivoglia forma di censura politica.
Detto ciò, al politico de Rosa è superfluo ricordare sia che il pluralismo è una ricchezza della democrazia anche quando qualche voce può risultare stonata o sgradita, sia che il Minculpop è stato sepolto quasi ottant’anni fa, ma anche che è sbagliato confondere il ruolo dei giornali con quello delle forze politiche, evitando altresì di fare di ogni erba un fascio, in quanto ogni testata giornalistica ha la sua linea editoriale, la sua identità, gelosamente coltivate, così come diversi sono i partiti l’uno dall’altro: la Lega non è il Pd, e viceversa, o no?
Un’ultima annotazione all’avvocato de Rosa: se ci sono gli estremi di querela in quello che hanno detto o dicono i politici o riportano i giornali o scrivono i cittadini sui social, ci sono sempre le aule del tribunale per affermare la verità ed eventualmente ristabilire l’onorabilità offesa, diversamente siamo al cospetto di semplice polemica politica e su questo piano bisogna misurarsi.
E noi giornalisti, se non vi dispiace, vogliamo continuare a fare la nostra parte… almeno fino a quando questa nostra Costituzione repubblicana, che è sempre la stessa per giornalisti, avvocati e politici, resterà in vigore. Ma su questo pensiamo che non ci sia alcuna diversità di vedute con il segretario del Pd Massimiliano de Rosa.