Sin da piccolo mi hanno insegnato che i problemi bisogna affrontarli subito. Non ingigantirli, perché altrimenti si corre il rischio di cadere in uno stato di impotenza e frustrazione. Non sottovalutarli, perché poi diventano sempre più incontrollabili. Non ignorarli, perché poi si incancreniscono e così per risolverli si è costretti ad usare maniere drastiche e traumatiche.
Dico questo perché sono convinto, e i fatti purtroppo mi danno ragione, che il problema dei furti a Cava sia stato prima ignorato e poi sottovalutato dall’attuale Amministrazione comunale, le cui uniche risposte sono state predicozzi di rassicurazioni e sciorinare dei numeri sulla diminuzione dei reati. Come dire, cari cavesi, compresi quelli che avete subito dei furti in casa, state buoni, tranquilli e sereni, perché quello che credevate fosse la realtà è invece solo un vostro brutto sogno, una vostra negativa e fallace percezione di un fenomeno che non esiste o comunque è nella normalità.
Alla fine, c’è stato quello che si è visto, ovvero un’escalation di furti da S. Pietro a S. Lucia, da S. Anna a Pregiato, e così via. Era inevitabile, in una simile situazione, che si creasse allarme e preoccupazione. E quando ci si sente insicuri nella propria casa, si incomincia a perdere le staffe e a reagire. Da qui il controllo del territorio da parte dei cittadini e il fenomeno delle ronde, nate spontaneamente e senza controllo alcuno, i cui risultati nefasti sono sotto gli occhi di tutti.
Ancora una volta, dall’Amministrazione comunale è venuta una risposta flebile e scontata: no alle ronde, sono pericolose e fanno solo danni. Insomma, la fiera dell’ovvietà.
Mi sono chiesto, ma se oggi, a Palazzo di Città, avessimo come sindaco non dico Abbro, ma Messina o Gravagnuolo cosa avrebbero fatto? Sarebbero restati con le mani in mano, limitandosi a colloquiare, con rispetto e devozione istituzionale, con questore e prefetto? Immagino di no. Con i loro difetti e i loro limiti, che pure avevano, avrebbero alzato la voce e si sarebbero fatti sentire ben oltre le mura cittadine. Di sicuro sarebbero usciti dal palazzo e non avrebbero cazzeggiato più di tanto sui social. Avrebbero di sicuro tranquillizzato la popolazione, ma si sarebbero confrontati con la gente frazione per frazione, località per località, condominio per condominio. Avrebbero ascoltato e magari accolto anche qualche suggerimento. Forse avrebbero messo in campo anche qualche iniziativa forte, qualche forma di collaborazione organica e sovra-ordinata con i cittadini, vigili urbani, protezione civile e forze di polizia. Insomma, immagino che indossando la fascia tricolore si sarebbero messi alla testa dei cittadini nel guidarli in uno sforzo di vigilanza ordinata, organica e democratica della città. Avrebbero smosso gli animi e coinvolte le opposizioni in una unità di intenti e di azione.
Questo, però, è un passato che non c’è più.
Ieri sera il sindaco Servalli ha girato con un auto dei vigili fino a tarda ora nelle zone più calde della città. Era ora, anche se, al solito, con colpevole ritardo. Tuttavia, può ancora fare molto. Vada a parlare, di giorno e a viso aperto, mettendoci la faccia, con i cittadini con la stessa capillarità con cui si fa sul territorio in campagna elettorale. Si attivi nei modi dovuti per mettere fine con fermezza al fenomeno delle ronde prima che facciano altri guai. Si confronti oltre che con la gente, la sua gente, anche con le opposizioni, accogliendo eventuali utili suggerimenti e valide indicazioni. Metta in campo una forma di collaborazione istituzioni-cittadini nella convinzione che la sicurezza è il primo dei “beni comuni”.
La città ha bisogno, in questo momento delicato, di un primo cittadino che sia un cuor di leone. Servalli si adegui.
Bravo Direttore, parole sacrosante. Nino Maiorino. 2 07 2019
Se Servalli & Co. avessero fatto la decima parte di cio’ che tu e tutti noi abbiamo suggerito, propabilmente si sarebbero.evitate tante conseguenze e violenze. Nino Maiorino. 10/07/2019