Cava de’ Tirreni, la soluzione civica è una grande opportunità per Cava
Il civismo è praticabile solo se la struttura portante dell’amministrazione è composta da persone che decidono di dedicare qualche anno della propria vita alla città, per poi a tornare a servirla da semplici cittadini senza galloni. Ce ne sono a Cava? La serata dell’Holiday Inn ne ha lasciato intravedere alcune, non poche per la verità. E molto qualificate
Cos’è lo spirito ‘civico’? In che rapporto sta con lo spirito ‘politico’? Che senso ha oggi, a e per Cava de’ Tirreni? Può lo spirito civico generare una classe dirigente amministrativa per la città del futuro? Provo a rispondere a mia volta con una domanda.
Sabato scorso, all’Holiday Inn, tra le tante cose di cui si è ragionato, è stato evidenziato il regresso istituzionale della nostra città nel contesto provinciale e regionale. Per non dire di quello nazionale… Eppure nel passato a Cava abbiamo avuto, a lungo e contestualmente, un deputato ed un senatore della Repubblica, consiglieri ed assessori regionali e provinciali. Oggi invece non c’è nessun Cavese a rappresentare la nostra città in contesti istituzionali extra municipali.
La mia domanda è dunque questa: ‘Se a dicembre scorso, in vista del voto per il Consiglio Provinciale, tutti i consiglieri comunali di Cava, sindaco in testa, si fossero riuniti ed avessero individuato uno e due di loro, seri, affidabili, capaci di dare garanzie, sui quali far convergere i propri voti, oggi avremmo o no per lo meno un consigliere provinciale cavese?’ La risposta è scontata: sì!
In quell’occasione è prevalso invece lo ‘spirito politico’, ogni consigliere ha preso ordine dai propri referenti di partito extramunicipali ed ha votato candidati non cavesi. In verità una piccola parte ha votato il collega o la collega di Cava, ma intorno a loro non è riuscito ad aggregare un numero di voti sufficiente all’elezione.
Ecco, a volte bisogna scegliere: metto al primo posto l’interesse di Cava o quello della mia parte politica? Non sempre le due cose vanno insieme. A volte sì, altre no.
In questo caso, come in quello dei consiglieri regionali – stavolta eletti dai cittadini non dai loro rappresentanti in CC, come accade per la Provincia – senza mettere in discussione la buona volontà degli attuali eletti nel seguire le esigenze della nostra città, a me pare fuor di dubbio che Cava sarebbe stata più e meglio tutelata se avesse espresso un o una Cavese in dette istituzioni.
In cosa si differenziano dunque lo ‘spirito politico’ e quello ‘civico’? Perché un consigliere decide di scegliere l’uno o l’altro approccio?
Lo spirito politico ruota su due cardini: sulle ideologie, o se volete sul senso di appartenenza ad un partito o a uno schieramento, e sulle aspettative di ciascuno. Quanto al senso di appartenenza partitica, non c’è che prenderne atto con rispetto. Quanto alle aspettative personali: se considero la mia posizione di consigliere comunale come un gradino per salire più in alto, verso scenari più vasti, giustamente nelle mie scelte darò la preminenza al mio accreditamento politico in sede di partito. In quale lista sovracomunale troverei mai posto se non in una di partito o ancella di un partito?
Se però, pur avendo le mie opinioni e simpatie politiche e votando liberamente per esse nelle elezioni sovramunicipali, metto al primo posto il mio spirito di servizio alla città, sceglierò l’approccio civico.
Questa tensione tra politica e civismo si ripropone quotidianamente nell’azione amministrativa. Di chi sta in maggioranza come di chi siede all’opposizione. Spesso, troppo spesso, i partiti allo scopo di tutelare i propri interessi di gruppo, si ingeriscono nell’azione amministrativa e danneggiano la città.
Sotto altro riguardo, un civismo autorefernziale, che fosse non autonomo dai partiti ma antipolitico, danneggerebbe la città vieppiù. Cava non è un’isola nell’oceano. Sta in Provincia di Salerno, in Campania, in Italia e in Europa. I partiti, che giustamente rappresentano i cittadini nelle istituzioni sovramunicipali, non sono i nemici della città. Possono essere e devono esserle di aiuto. Con essi un’eventuale amministrazione civica dovrebbe dialogare col dovuto rispetto, pur se senza soggezione.
È un equilibrio, quello tra civismo e politica, tra territorio e partiti, di difficile composizione. Da esso però dipendono le sorti di molte città medio-piccole contemporanee. Tra queste la nostra, a mio avviso.
Chissà se Cava riuscirà a darsi prima o poi un’amministrazione civica, animata da persone insieme pulite e competenti, la cui unica ambizione sia il servizio alla città. Persone perbene, vocate esclusivamente a tanto. Con loro potrebbero concorrere alla guida della città anche esponenti della politica partitica, perché no. E a Cava, in tutte le formazioni politiche, di persone dedite al bene della nostra comunità e competenti ce ne sono. Altroché.
Insieme dunque, civici e iscritti ai partiti, non in antagonismo tra loro. Ma il civismo è praticabile solo se la struttura portante dell’amministrazione è composta da persone che decidono di dedicare qualche anno della propria vita alla città, per poi a tornare a servirla da semplici cittadini senza galloni. Così come sugli spalti si sta insieme, con le proprie idee extracalcistiche, uniti sotto la stessa bandiera, quella della nostra città. Ce ne sono a Cava?
La serata dell’Holiday Inn ne ha lasciato intravedere alcune, non poche per la verità. E molto qualificate. Spero per noi che tali persone siano perseveranti nell’impegno e che alla prossima tornata elettorale riescano a convincere la maggioranza dei Cavesi, politicizzati o no che siano, che la soluzione civica è una grande opportunità per Cava. E che per essa vale la pena di spendere qualche anno della propria vita.
E’ interessante, l’ampliamento del discorso tenuto all’incontro.
Una domanda.
Una Persona con spirito civico -deciso a lasciare “la casa propria per la casa comune” lo possiamo ritrovare (anche) in un lista di Partito o -per definizione- deve “stare” in una Lista Civica?
Grazie, Prof. Gravagnuolo