Cava de’ Tirreni, acceso l’albero ma la città ormai è stata spenta
Ieri sera a Cava de’ Tirreni sono stati accesi l’albero di Natale e le luminarie. A rubare la scena, però, è stata la ritrovata Fontana dei Delfini. Restaurata e molto bella con i giochi di luce, come testimoniano le foto diffuse sui social.
Peccato che piazza Duomo appare deserta e i portici adiacenti semivuoti. Sarà stata colpa del tempo inclemente. Almeno speriamo che sia così.
La sensazione è comunque un’altra. E’ che cioè la nostra città stia perdendo colpi in termini attrattivi. Ci auguriamo di sbagliarci, ovviamente, ma è fortissimo il dubbio che siano state accese le luminarie natalizie in una città, la quale ormai è stata spenta.
In effetti, non è il maltempo di ieri a preoccuparci, bensì quello che offre la nostra città in termini di iniziative di promozione turistica e culturale. Il nulla o quasi. E non da oggi, purtroppo.
Fino a qualche anno fa mancavano le idee. Oggi, oltre alle idee, mancano pure i quattrini. Quelli pubblici, e non solo.
Il nostro Comune non ha neanche gli occhi per piangere, tanto che per le iniziative natalizi deve rimediare con il sostanzioso contributo di Metellia.
I privati, titolari di esercizi commerciali ed altre attività produttive, sono messi pure peggio, dopo due anni di pandemia con mesi di chiusura delle attività. E poi, giusto per dare loro un aiuto, i commercianti del centro cittadino hanno avuto per regalo l’aumento delle tariffe dei parcheggi.
Questo è. L’assessore alla cultura Armando Lamberti ormai, non me ne voglia, da un po’ veste i panni di Don Chisciotte in lotta contro i mulini a vento. Si impegna, magari ci mette di tasca sua, ma forse anche lui, nella solitudine e nelle ristrettezze in cui opera, si è fatto persuaso che sta cercando di svuotare il mare con il secchiello. Altro che Cava capitale della cultura.
Siamo ormai una città che sprofonda sempre più. E che non sa cogliere occasioni e opportunità.
E’ il caso del nostro patrimonio architettonico, storico e culturale, com’è il nostro borgo porticato. Così come i contenitori che ci vengono invidiati, ma che ad oggi non abbiamo saputo valorizzare e soprattutto utilizzare al meglio.
E’ il caso della nostra incapacità di porci in sintonia ed intercettare parte del flusso turistico che muove le Luci d’Artista.
In conclusione, da almeno un decennio il nostro Comune non riesce ad avere una visione più ampia e a dare un respiro più vasto alla nostra offerta culturale, che significa anche dare uno spessore alla promozione turistica. La verità è che non ha una strategia di promozione del territorio. Naviga a vista, improvvisa, affastella alla meglio eventi spesso di scarso o modesto valore. E’ incapace persino di valorizzare le realtà presenti sul territorio e sfruttare al meglio energie ed entusiasmo a buon mercato.
Di questo passo, dopo essersi sempre più impoverita del suo tessuto industriale e occupazionale, la nostra città diventerà sempre più un grande dormitorio.
A questo punto, è possibile un’inversione di tendenza? Non sarà facile, ma è doveroso tentare. Forse l’assessore Lamberti farebbe meglio a impiegare le sue energie per chiamare a raccolta ed ascoltare i vari stakeholder. Dai commercianti agli uomini di cultura, dalle associazioni culturali e del folklore agli artisti locali e così via.
Partendo da una verità di fondo: non ci sono quattrini o comunque in ogni caso ce ne sono troppo pochi. In altri termini, c’è poco da prendere e molto da dare.
E con un obiettivo: come concorrere al rilancio, in primo luogo culturale e turistico, della città. Quali i rimedi, quali le proposte, quali le soluzioni.
E’ questo un sogno ad occhi aperti? Forse sì, ma il tempo stringe e la nostra è già adesso, non domani, una città moribonda.