La Fratellanza, un movimento politico per costruire l’alternativa al centrosinistra di Servalli?
Nel generale piattume, complice anche la pandemia, della vita politica cittadina, La Fratellanza di Fra Gigino cerca di lanciare il classico sasso nello stagno. E lo fa annunciando, con un comunicato stampa diffuso nella giornata di ieri, la trasformazione della lista elettorale La Fratellanza in movimento politico.
In sé, nulla di strabiliante. Era già stato preannunciato un po’ di tempo fa ed era abbastanza scontato che la lista diventasse un qualcosa di più strutturato. C’è da evidenziare, tuttavia, che fra Gigino e i suoi fanno sul serio. Innanzi tutto, puntano a consolidare il proprio elettorato. Popolare, frazionale, semplice, concreto e senza troppi grilli per la testa. Cercano, però, di far breccia anche in quella larghissima e maggioritaria parte di elettorato metelliano che finora ha guardato e giudicato con sufficienza, se non addirittura con un certo fastidio ed anche supponenza, la proposta politica dell’ex frate francescano.
Parliamo soprattutto del ceto medio-alto, del mondo delle professioni, della cultura, dell’informazione. E’ quel mondo che potremmo definire come una sorta di opinion maker. Capace, cioè, di orientare l’opinione pubblica e legittimare politicamente chi si candida a governare la città.
Per farla breve, parliamo di quella borghesia che governava la città, ma che ora, da un bel po’ in verità, si è ritirata di buon ordine dalla vita politica. E che oggi, fatta qualche limitata eccezione, preferisce curare i propri interessi dagli studi professionali senza sporcarsi le mani. Scelta più che legittima, sia chiaro. In questa particolare stagione, con la magistratura incombente spesso a sproposito e per i tempi di vacche magre in cui da anni è sprofondata la gestione della cosa pubblica, ma anche per l’infimo livello della vita politico-amministrativa, c’è poco da biasimare chi preferisce stare ai margini e lontano dalle responsabilità istituzionali locali. Meglio consigliare, sostenere, condizionare, stando fuori, nei propri studi professionali, piuttosto che in trincea.
Riusciranno fra Gigino e i suoi a far crescere il loro neonato movimento? Non è facile. La stessa proposta politica, almeno stando a quello che si legge nel comunicato stampa, è molto generica, limitata, fiacca. Si sviluppa, infatti, almeno questa è l’impressione, più sui buoni sentimenti e le buone intenzioni che non sui contenuti e i ragionamenti politici.
Tuttavia, quel che appare essere una debolezza, potrebbe, al contrario, rivelarsi in prospettiva un punto di forza. In effetti, potrebbe tornare utile che non ci sia già qualcosa di pre-confezionato. L’attuale proposta della Fratellanza è una sorta di contenitore da riempire di idee, progettualità, proposte. In altre parole, ciò potrebbe invogliare più d’uno a misurarsi e quindi ad aderire al movimento.
A favore di fra Gigino, però, giocano altri fattori assai più significativi. In primo luogo, quest’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Servalli, che vive nel più totale immobilismo e nella preoccupazione di eventuali sviluppi giudiziari. Peggio ancora, e le recenti dimissioni-non dimissioni del vice sindaco Senatore ne sono la più plastica delle testimonianze, vive di scontri plateali oltre a quelli sotto traccia dovuti, come ha scritto qualcuno, all’orgasmica ansia degli incarichi.
Lavora per fra Gigino, ovviamente, anche un centrodestra a dir poco balbettante, che ancora non è riuscito a fare i conti con il fallimento elettorale dello scorso settembre. Che dire della Lega e Forza Italia, scomparsi dai radar della politica cittadina? Fanno eccezione, Fratelli d’Italia, che ogni tanto almeno batte un colpo, e i civici di SiAmo Cavesi, che si sforzano di marcare il cartellino. Non c’è stata, tuttavia, e non si intravede all’orizzonte, una rielaborazione politica della sconfitta elettorale per avviare una nuova progettualità. Il centrodestra accumula così altro ritardo sulla Fratellanza.
Insomma, la politica politicante cavese sta facendo troppi disastri, troppi delusi, troppi scontenti. In particolare, questa ormai sempre più smarrita maggioranza di centrosinistra si sta procurando sempre più nemici, troppi nemici, i quali non aspettano che l’occasione per regolare i conti con Servalli e i suoi.
In conclusione, sono in tanti quelli che, volendo o meno, fanno il gioco di fra Gigino. La domanda finale è scontata: ma tutto ciò sarà sufficiente per costruire un’alternativa credibile a Servalli e al centrosinistra? Pensiamo di no, ma di questo avremo modo di parlarne in futuro.