LA FINESTRA SUL CORTILE La festa coi fichi secchi del Pd e il canto del cigno di Galdi
Sui risultati delle elezioni provinciali fioccano da stanotte commenti a tutto spiano. Nella nostra città, al centro dell’attenzione sono soprattutto il risultato avuto dal sindaco Servalli, eletto consigliere provinciale con il Pd, e la singolare performance dell’ex sindaco Galdi, il quale, candidato con la sinistra estrema, non ha beccato neanche un voto, quindi nemmeno il suo.
Il Pd metelliano con una nota ha manifestato tutta la sua esultanza per l’elezione di Servalli. Un’esultanza eccessiva, in verità, visto che la cosa doveva essere ed era scontata. Sarebbe stata di portata eccezionale, al contrario, l’eventuale mancata elezione a Palazzo S. Agostino del primo cittadino cavese. Insomma, il Pd cavese, in tempi di vacche magre, scambia o fa finta di confondere l’ordinario per straordinario. Ci sta, però. In politica, bisogna arrangiarsi con quello che si ha, quindi, brindare e far festa anche solo con i fichi secchi.
E’ comprensibile, tuttavia, la soddisfazione per la presenza di un esponente politico cavese in Consiglio provinciale. Meglio che ci sia qualcuno, meglio ancora se è il primo cittadino, piuttosto che nessuno a rappresentare gli interessi della valle metelliana. Per quel che può servire, ovviamente, visto innanzi tutto che la Provincia è un ente ridotto allo stato quasi vegetativo, ma anche perché Servalli, e lo si è visto anche dai consensi ottenuti, non è che, almeno per ora (ma non è detto che le cose non cambino in futuro), goda di tutto questo prestigio a livello provinciale.
Non solo per questo, pur comprendendo lo spirito e le ragioni, quando il segretario cittadino del Pd vede nell’elezione di Servalli il modo di riportare “Cava de’ Tirreni al centro della vita politica e amministrativa provinciale”, riteniamo inevitabile pensare che la stia sparando davvero grossa. Tuttavia, riconosciamo che almeno il Pd qualcosa da festeggiare ce l’ha. Come dicono i romagnoli, piuttosto che niente, meglio piuttosto. E il piuttosto, per noi cavesi e il Pd, altro non è che il sindaco Servalli. Piaccia o no.
La performance elettorale di Marco Galdi ha, invece, diverse letture. Tra queste, molto probabilmente il nostro, per non farsi pesare elettoralmente, ha preferito non farsi votare e neanche votarsi, accreditando così la tesi della candidatura di servizio e non di un passaggio con la sinistra che dalla stragrande parte dei suoi amici e sostenitori viene visto come un tradimento. Insomma, Galdi ha così fatto un investimento a futuro memoria. Un investimento politico a sinistra, ovviamente, quella alternativa al Pd renziano. L’impressione, però, è che la sua sia stata una scelta sbagliata a prescindere dai voti che non ha preso o che poteva prendere. Forse, quello di ieri per Marco Galdi è stato politicamente il canto del cigno.