scritto da Pasquale Petrillo - 01 Luglio 2021 21:05

La condanna di Polichetti… ma Servalli poteva non sapere?

Enrico Polichetti

La condanna a cinque anni di reclusione inflitta ad Enrico Polichetti, da un punto di vista umano dispiace. E anche molto. Tuttavia, se i giudici in appello hanno ribaltato il verdetto di assoluzione di primo grado per Polichetti, vorrà dire che hanno avuto le loro ragioni. I giudici fanno il loro lavoro nell’interesse di noi tutti, per cui, piaccia o meno, questa è la verità giudiziaria di cui occorre tener conto. A Polichetti non resta ora che sperare nel terzo grado di giudizio in Cassazione.

Detto ciò, le pesanti condanne inflitte dai giudici al clan Zullo gettono un’ombra sinistra sulla nostra città. Più ancora appare inquietante l’ombra  proiettata sull’Amministrazione comunale e in particolare sul sindaco Servalli, di cui Polichetti fu vicesindaco e uomo di punta del suo governo cittadino, nonché suo grande elettore avendo ottenuto il primato delle preferenze.

Prima, però, di avventurarci in qualsiasi tipo di valutazione è meglio attendere le motivazioni di questa sentenza, che saranno depositate entro i prossimi 70 giorni. Forse dalla loro lettura verrà fuori un quadro più chiaro delle convinzioni maturate dai giudici della Corte di Appello.

Il dubbio forte che si è insinuato nei giudici dell’accusa, e che comunque è in tutti noi, è che l’ipotesi dell’infiltrazione mafiosa nella politica cittadina e soprattutto nel Palazzo di Città non sia per nulla campata in aria.

D’altro canto, considerato il rapporto fiduciario tra Polichetti e il primo cittadino metelliano, che l’aveva nominato assessore e poi anche premiato elevandolo al ruolo di suo vice, resta forte il dubbio che il sindaco Servalli potesse davvero essere all’oscuro di tutto? Come fu per tangentopoli e anche per altre vicende giudiziarie più vicine nel tempo, è legittimo dubitare sul fatto che il sindaco Servalli non poteva non sapere.

Ad ogni modo, non corriamo. Leggiamo prima le motivazioni. E non è affatto da escludere che gli esiti di questa sentenza non potranno determinare ulteriori sviluppi delle indagini.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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