Il sindaco Servalli e Nunzio Senatore, il presente politico che oramai costituisce già il passato
Il possibile ruolo di Italia Viva e delle altre forze minori dello schieramento di centrosinistra nella costruzione di una nuova prospettiva politica
Le dimissioni del vicesindaco Nunzio Senatore sono l’ultimo episodio in ordine di tempo di una crisi cominciata sin dai primi giorni del secondo mandato del sindaco Servalli.
Oddio, nello specifico possiamo parlare di dimissioni-non dimissioni. Eh sì, in fondo, siamo alla farsa, o quasi. Le dimissioni, quando si vogliono dare per davvero, si protocollano. Di sicuro non si danno nella mani della segretaria comunale chiedendole di consegnarle al sindaco. E quest’ultimo dovrebbe poi eventualmente mandarle al protocollo.
Insomma, oltre che irrituale, la prassi è a dir poco irriverente. L’impressione è che sindaco e segretaria comunale siano stati ridotti al ruolo di uscieri, con tutto il rispetto per l’onesto lavoro di questi ultimi.
E’ chiaro che Nunzio Senatore non intende dimettersi e sfida il sindaco Servalli. E si fa forte del suo peso elettorale. Un modo anche questo inconsueto, e alquanto sconveniente da un punto di vista istituzionale, per porre un problema politico. La lettura è scontata. Fare pressioni sulla volontà del Sindaco con una sorta di ricatto politico e morale.
Per farla breve, la questione sembra posta in questi termini: Nunzio Senatore non vuole recedere dalla sua posizione e intende costringere il sindaco Servalli a fare un passo indietro trovando un accomodamento. C’è solo un problema per Nunzio Senatore: il gioco lo comanda sempre il sindaco ed è da sciocchi mettere la propria testa sul ceppo per farsela mozzare
Lo scontro fra i due è stato, comunque, durissimo. I testimoni raccontano di espressioni verbali irripetibili e di fuoco, ma anche di accuse rabbiose e recriminazioni profonde. Tuttavia, le ultime notizie danno un Nunzio Senatore pentito dello sfogo e rinsavito, tanto che ha innestato una repentina marcia indietro. Buon per lui e, tutto sommato, anche per la città. In fondo, anche se non è uno statista, almeno è tra quelli che si impegnano e danno l’anima nello svolgere il ruolo istituzionale di amministratore comunale.
Certo è che di tutto ciò, tranne che agli addetti ai lavori, ai cavesi interessa ben poco. E di come si risolverà la vicenda ancora meno. I problemi reali sono altri. La gente è preoccupata per la recrudescenza della pandemia, per i nuovi disagi della zona rossa, che aggiungerà miseria a miseria, per la campagna vaccinale che va molto a rilento rispetto alle aspettative e alle preoccupazioni.
Anche per questo, ma solo per gli addetti ai lavori, assume un significato particolare, e per certi versi surreale considerato il momento che viviamo per la pandemia, la presentazione oggi in città di Italia Viva, il partito di Renzi.
In fondo, nella maggioranza Italia Viva -così come tutti, i tanti moderati, molti dei quali hanno lasciato il centrodestra determinando la vittoria di Servalli al primo turno alle ultime elezioni- ha un ruolo molto marginale.
Nella vita politico-amministrativa cavese la parte del leone la fa il Pd. Ciò lo dimostra persino l’ultimo episodio, ovvero lo scontro Servalli-Senatore, avvenuto all’interno proprio dei democrat.
Gli altri, dai socialisti ad Azione di Calenda alla sinistra non pd, sono di contorno. Sono come i pianeti e i satelliti del sistema solare. Girano intorno al sole-PD. Si accontentano delle briciole. E devono stare attenti a non avere ancor di più la peggio e il benservito alla prima occasione.
Eppure il ruolo di Italia Viva -così come quello dei moderati e delle altre forze politiche minoritarie a cominciare dai socialisti- mai come in questo frangente politico potrebbe rivelarsi decisivo. In particolare, se si ragiona politicamente in prospettiva.
Parliamoci chiaro, Servalli e lo stesso Nunzio Senatore, non solo per la vicenda giudiziaria che li vede coinvolti, costituiscono un presente che rappresenta il passato in termini di prospettiva politico futura. In altre parole, questa Amministrazione comunale potrà durare ancora per qualche anno, ma il suo destino è segnato. E’ fatto di immobilismo politico, di approssimazione amministrativa, di pochezza gestionale. A ciò si aggiunge la confusa inazione per la preoccupazione di ulteriori e non improbabili sviluppi giudiziari.
Ecco quindi il ruolo di Italia Viva e delle altre forze politiche minori dello schieramento di centrosinistra: costituire l’asse portante di una nuova proposta politica, che non potrà non avere come interlocutore un Pd ringiovanito e rinnovato. In parole povere ma chiare: un Pd oltre Servalli e Senatore.
Per il centrosinistra a Cava non c’è altra strada da percorrere se non vuole andare incontro ad un disastro alle prossime elezioni. Perché questo al momento, grazie proprio a Servalli e all’attuale Pd, è il suo inequivocabile destino. In altre parole, per Italia Viva, gli altri moderati e i riformisti, è tempo di incominciare a fare politica per davvero e distinguere se non proprio a prendere addirittura le distanze da Servalli. E’ impresa difficile e complicata, ma tertium non datur. Diversamente il loro destino è inesorabilmente segnato. Affondare insieme a questa fallimentare amministrazione comunale.