Cava de’ Tirreni, Servalli e il nuovo piano della sosta: “Ma mi faccia il piacere!”
La montagna ha partorito il topolino. Parliamo del nuovo piano della sosta presentato ieri a Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni.
C’è qualche aggiustamento, ma la sostanza resta la stessa. Le tariffe nel complesso restano alte e, soprattutto in questo delicato momento che attraversiamo, rappresentano un duro colpo per l’economia e le famiglie cavesi, soprattutto per quelle residenti nelle frazioni.
E questo, si badi bene, dopo che nel giro di tre mesi è stato adottato un nuovo piano della sosta da parte dei nostri amministratori comunali, che hanno il coraggio di parlare di periodo di sperimentazione. “Ma mi faccia il piacere!” direbbe Totò.
Verrebbe piuttosto da dire, e non lo diciamo, poche idee ma ben confuse. Non lo diciamo perché, ancora una volta, i nostri governanti locali mostrano di non avere idee e di produrre solo confusione, molta confusione.
Si doveva, invece, e si poteva fare di più. Non si è voluto però fare di più. La verità è che la Metellia, ottimamente gestita da Muoio e i suoi, è diventato il bancomat di questa fallimentare Amministrazione comunale.
Tanto per capirci, la Metellia è il bancomat dove prendere i quattrini per finanziare ciò che le disastrate casse del nostro Comune ormai non possono più. Allora si ricorre alla Metellia. Sarà così per le luminarie e l’albero di Natale di quest’anno, così come è avvenuto per gli altri anni. Per quest’anno, per quello che si sa, a Metellia il Natale comporterà un contributo di poco inferiore ai centomila euro.
Ad onor del vero, forse anche più di un bancomat, perché Metellia ormai viene costretta a sostituirsi al Comune laddove è possibile, assunzioni comprese.
Fermiamoci qui. Inutile girarci intorno. Diciamo la verità: con questo nuovo piano di sosta i cavesi non possono non sentirsi ancora una volta presi per i fondelli.
In conclusione, non resta che rassegnarci? Forse. D’altra parte, con questi amministratori comunali, opposizione compresa, oltre la rassegnazione c’è solo la disperazione.