scritto da Silvia Lamberti - 19 Novembre 2018 15:39

Napoli, a Castel dell’Ovo la mostra “I De Filippo: il mestiere in scena” 

“Eduardo De Filippo is the greatest living actor”. Parola di Orson Welles!.

La scritta che ci ricorda quanto la grandezza dell’attore e drammaturgo partenopeo fosse apprezzata a livello mondiale, quando egli era ancora in vita, troneggia in una delle storiche sale del Castel dell’Ovo che ospita in questi giorni la mostra monumentale “I De Filippo, il mestiere in scena” in anteprima mondiale a Napoli, visitabile fino al 24 marzo 2019.

Fortemente voluta dalla famiglia De Filippo e promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del comune di Napoli, l’esposizione è a cura di Carolina Rosi, Tommaso De Filippo e Alessandro Nicosia, Presidente di C.O.R. ( Creare Organizzare Realizzare) al quale si deve anche la produzione.

Chissà cosa avrebbe detto Eduardo nel vedere la sua opera, quel teatro al quale ha dedicato tutta la vita insieme alla famiglia, documentato nei più piccoli dettagli all’interno del maestoso castello che domina la città, lui così minimalista e riservato.

Un doveroso omaggio che forse era mancato in passato e che ora viene consacrato dalla location con vista a perdifiato sul golfo di Napoli.

I visitatori possono muoversi liberi ed ammirare materiale inedito, lettere, foto, video, oggetti e centinaia tra costumi, locandine, manifesti, copioni manoscritti e dattiloscritti, conservati in archivi privati, in istituti e soprattutto nel fondo degli eredi Eduardo De Filippo, partendo dal capostipite Scarpetta.

Suggestivo l’uso di audiovisivi ed effetti luminosi a cominciare dalla “presenza” di attori contemporanei quali Toni Servillo e Luca Zingaretti, Isa Danieli e Lina Sastri, Marco D’Amore e Vincenzo Salemme, che interpretano le poesie di Eduardo.

Nel Salone Italia, poi, dodici isole teatrali dedicate a Eduardo con materiali originali, bozzetti, copioni, lettere, oggetti e costumi di scena, fondali di Gli esami non finiscono mai, de Il contratto firmato  da Guttuso oppure le scenografie di Bruno Garofalo. Non mancano filmati dei capolavori che ancora commuovo o fanno ridere come Natale in casa Cupiello, Filumena Marturano, Questi fantasmi! e Non ti pago!.

La famiglia De Filippo al completo. Si comincia con Eduardo, Vincenzo e Mario Scarpetta per arrivare a Titina, Peppino, Luca e Luigi De Filippo. Quell’Eduardo Scarpetta, grande attore ed autore del teatro napoletano, padre naturale dei De Filippo che lo chiamavano “zio”.

Grande spazio anche all’opera di Peppino che per dissidi con il fratello Eduardo lasciò la compagnia. Questa separazione gli permise di trovare un suo stile come autore e interprete, distinguendosi da Eduardo per il tono più leggero delle sue commedie e dei suoi personaggi. 

Significativa infatti – come documentato dalla mostra- l’interpretazione di Arpagone ne l’Avaro di Molière. Oltre al teatro, lavorò come attore anche per il cinema realizzando con Totò diversi film, dando vita a una delle più celebri ed apprezzate coppie comiche del cinema italiano.

Il più giovane  attore della famiglia è Luca che fa il suo esordio nel 1955 a soli sette anni in “Miseria e nobiltà”.

A presentarlo ai visitatori della mostra è lo stesso Eduardo in un filmato dell’Istituto Luce. Un bimbetto che se sta dritto ed immobile per nulla intimorito dalle luci della ribalta. Segue una brillante carriera a teatro ed al cinema interrotta solo dalla morte,  avvenuta prematuramente tre anni fa.

Una straordinaria “compagnia”, insomma, quella dei De Filippo che ha girato il mondo ed a testimoniarlo ci  sono i manifesti delle commedie tradotti in tutte le lingue,  ma che è sempre rimasta legata alle sue origini ed alla sua città. Non da ultimo, infatti, l’impegno di Eduardo per i ragazzi di Nisida e dell’istituto Filangieri.

Sono un giornalista e mi occupo di comunicazione pubblica in un Piano sociale di Zona. Amo leggere, sono appassionata del mare e nei miei consumi culturali ci sono il cinema, la musica e i beni artistici. Sono il presidente dell’Associazione Comunicazione&Territorio che pubblica Ulisse on line e organizza da undici edizioni la rassegna letteraria Premio Com&Te, che rappresenta, tra l'altro, un momento di confronto tra giovani studenti e scrittori del panorama letterario italiano. Ho collaborato per molti anni con testate giornalistiche a diffusione locale e regionale, quali Confronto, l’Opinione, il Giornale di Napoli, Il Mattino, il Corriere del Mezzogiorno, e curato uffici stampa ed attività di comunicazione pubblica ed istituzionale presso comuni, aziende pubbliche ed il Conservatorio statale Martucci di Salerno. Ho insegnato teoria e tecnica della comunicazione presso alcuni istituti superiori della provincia di Salerno. Seguo con grande attenzione le evoluzioni della comunicazione pubblica in Italia ed in particolare il gruppo dell’Associazione #PASocial. Credo che la Pubblica amministrazione debba stare là dove sta il cittadino e quindi anche utilizzare, con la dovuta accortezza, i canali social.

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