Missili iraniani su Israele, più propaganda che guerra vera e propria
Quello dell'Iran più che una vera e propria operazione di guerra, visto che i suoi missili sono stati praticamente tutti intercettati e distrutti, è stata ed è un'azione dimostrativa della sua forza militare e quindi propagandistica
Dopo un tira e molla durato un paio di mesi l’Iran non ha potuto fare a meno di attaccare Israele con il lancio di circa duecento missili. Era in gioco la sua credibilità come potenza regionale dopo i micidiali e devastanti colpi messi a segno dalle forze militari israeliane. Israele, infatti, in questi ultimi mesi ha umiliato oltre misura il regime degli ayatollah. A cominciare dall’uccisione a Teheran lo scorso 31 luglio del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Per finire con l’uccisione pochi giorni fa del leader Hezbollah, Hassan Nasrallah. L’Iran, tuttavia, nei fatti non ha compiuto una vera e propria operazione di guerra. Sapeva già che i suoi missili, come poi è accaduto, sarebbero stati praticamente tutti intercettati e distrutti. Più che altro il regime teocratico iraniano ha voluto compiere un’azione dimostrativa della sua forza militare e quindi propagandistica. Ora che succederà? Israele di sicuro reagirà, ma molto probabilmente eviterà una guerra aperta. Almeno così si spera, perché il premier israeliano Netanyahu non è il tipo da stare con le mani in mano. Anzi.