Meloni-Macron, amici per forza
Al di là delle diversità di vedute e di altre sfumature, Italia e Francia sono costrette, dalla realtà dei fatti, a cercare sempre di lavorare in sintonia. Hanno interessi comuni, amici comuni e, soprattutto, nemici e pericoli comuni

Ieri c’è stato a Roma l’incontro bilaterale tra la nostra premier Meloni e il presidente francese Macron. I rapporti tra i due, e in generale tra i due paesi, sono altalenanti. Negli ultimi anni, in particolare. I motivi? Diversi. Il primo è di sicuro è quell’irrefrenabile e imperituro sentimento di grandeur dei nostri cugini d’oltralpe. C’è in loro un’innata aspirazione a voler primeggiare. Quando poi lo fa un presidente politicamente debole come Macron, stretto fra la sinistra e la minaccia della destra nazionalista e sovranista della Le Pen, allora la frittata è quasi scontata. A ciò, in questi ultimi anni, si aggiunge la presenza di una leader della destra conservatrice europea come la Meloni, che non ha certo un caratterino remissivo. Il risultato che ne viene fuori è quello di due paesi cugini e necessariamente amici che ogni tanto si guardano indispettiti su diverse questioni. Ad ogni modo, al di là delle diversità di vedute e di altre sfumature, Italia e Francia sono costrette, dalla realtà dei fatti, a cercare sempre di lavorare in sintonia. Hanno interessi comuni. Amici comuni. E, soprattutto, nemici e pericoli comuni. E da qui proprio non si scappa.