L’incredibile storia di Villa Pamphili
L'assassino si presentava come un regista e ora si scopre che addirittura nel 2020 aveva avuto dal nostro Ministero italiano della Cultura, al tempo guidato da Franceschini, un finanziamento in tax credit da 863 mila euro per un film che però non era mai uscito

La storia della donna e della bambina i cui cadaveri sono stati ritrovati alcuni giorni fa a Villa Pamphili a Roma diventa ogni giorno sempre più incredibile. La donna è stata identificata, grazie anche a «Chi l’ha visto», dalla madre. E’ il corpo di una giovane di 28 anni proveniente dalla Russia. Dalla città di Omsk, nella Siberia occidentale. Il suo nome è Anastasia Trofimova. Era a Malta per studiare l’inglese. Qui ha conosciuto il suo assassino. Un americano dalle tante identità. Tra i suoi nomi quello di Rexal Ford e Francis Kaufamann. A Roma la polizia aveva fermato la coppia nei giorni precedenti il ritrovamento dei corpi a Villa Pamphili. La donna era priva di documenti a quanto sembra, ma la polizia li aveva lasciati andare. Ben cinque pattuglie avevano intercettato la coppia e dopo i controlli non l’avevano segnalata malgrado a prima vista si trattasse di un codice rosso. Insomma, Anastasia e sua figlia avrebbero potuto salvarsi. L’assassino si presentava come un regista e ora si scopre che addirittura nel 2020 aveva avuto dal nostro Ministero italiano della Cultura, al tempo guidato da Franceschini, un finanziamento in tax credit da 863 mila euro per un film che però non era mai uscito. Finanziamento incassato poi nel 2023. Possibile? A quanto pare sì. Questa vicenda si commenta da sola e c’è poco da aggiungere. Nell’auspicio che qualcuno sia chiamato a rispondere di tanta negligenza e superficialità.