L’immobilismo dinamico di Trump
Trump, imprevedibile come sempre, gioca a nascondino. Appoggia Israele ed è entusiasta di Netanyahu. Nello stesso tempo spinge l'Iran a cedere e a dialogare. In pratica, blandisce e minaccia il regime degli ayatollah, mettendo in gioco anche Putin. All'apparenza, un modo di agire come sempre confuso. Forse però c'è una strategia che non conosciamo

Ci sono spiragli di un possibile cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Iran? Difficile a dirsi. Anche se la diplomazia sta cercando in questa ottica di trovare una via di uscita, la realtà dei fatti sembra essere diversa. L’Iran si è aperta al dialogo, ma vuole imporre ovviamente le sue condizioni. La verità è che gli israeliani, spalleggiati dagli americani, ma con l’implicito assenso anche degli altri paesi occidentali, europei e non, puntano a due obiettivi: smantellare definitivamente il programma nucleare iraniano e far saltare il regime degli ayatollah. Non sarà però una cosa semplice. Hanno bisogno di tempo e forse anche dell’aiuto se non addirittura dell’intervento più o meno diretto degli USA. Trump, imprevedibile come sempre, gioca a nascondino. Appoggia Israele ed è entusiasta di Netanyahu. Nello stesso tempo spinge l’Iran a cedere e a dialogare. In pratica, blandisce e minaccia il regime degli ayatollah, mettendo in gioco anche Putin. All’apparenza, un modo di agire al solito confuso. Forse però c’è una strategia che non conosciamo. Molto probabilmente è solo un modo per tenere impegnati e buoni un po’ tutti, ma con un solo vero obiettivo: dare il tempo necessario a Israele per colpire a morte la teocrazia di Teheran. In pratica, una sorta di immobilismo dinamico. Ovvero far finta di muoversi, tanto a farlo per davvero è Israele.