scritto da Pasquale Petrillo - 03 Settembre 2024 09:08

Le colpe di Netanyahu e l’ipocrisia di Biden

La vicenda dei sei ostaggi uccisi da Hamas con un colpo alla nuca per evitare che fossero liberati dai soldati israeliani nel tunnel dove erano prigionieri, lascia basiti e fa riflettere

foto Giovanni Armenante

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha davvero proprio tutti i torti? I dubbi in proposito sono tanti. Certo, restano sul campo le sofferenze di un popolo, quello palestinese soprattutto nella Striscia di Gaza, dove pare si contano oltre quarantamila vittime. Una strage. Un prezzo troppo alto e inaccettabile. Tuttavia, la vicenda dei sei ostaggi uccisi da Hamas con un colpo alla nuca per evitare che fossero liberati dai soldati israeliani nel tunnel dove erano prigionieri, lascia basiti e fa riflettere. I familiari degli ostaggi legittimamente e più che comprensibilmente fanno pressione sul loro governo per arrivare ad una tregua che consenta ai proprio parenti catturati dai terroristi palestinesi di Hamas di tornare in Israele.

In un simile scenario, però, il governo Netanyahu cosa deve fare? Piegarsi ai terroristi di Hamas? E con quali risultati? Per darla vinta a dei terroristi pronti ad azioni contro gli israeliani incuranti delle conseguenze che ricadranno sul loro stesso popolo com’è avvenuto finora? In conclusione, è troppo facile e comodo biasimare Netanyahu, il quale avrà colpe e responsabilità enormi, ma è anche il capro espiatorio di un conflitto e di una tragedia non da lui e provocata.

Il presidente americano Biden ha dichiarato ieri che «Netanyahu non sta facendo abbastanza». Dovrebbe spiegare però cosa dovrebbe fare il premier israeliano in proposito.  «È notevole che il presidente Usa scelga di premere sul primo ministro e non su Yahya Sinwar. Le sue sono parole pericolose perché arrivano dopo che Hamas ha freddato sei ostaggi, tra loro un cittadino americano», è stata la risposta del governo di Gerusalemme. Sinwar  è il nuovo leader di Hamas ma anche il «regista» del massacro del 7 ottobre, da cui è nato quest’ultimo tragico conflitto. La verità, spiace dirlo, è che scaricare le responsabilità su Netanyahu è un esercizio facile e comodo. E’, però, anche una grande ipocrisia.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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