L’assassinio di Chiara Poggi, ci sarà la parola fine?
Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara, sta scontando in via definitiva una pena a 16 anni di carcere quale suo assassino. E' chiaro ormai che per la Procura di Pavia, che ha riaperto le indagini, Stasi non è l'assassino

L’assassinio di Chiara Poggi, avvenuto diciotto anni fa, è di fatto nuovamente un caso aperto nonostante ci sia stata una sentenza di condanna. Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara, sta scontando in via definitiva una pena a 16 anni di carcere quale suo assassino. E’ chiaro ormai che per la Procura di Pavia, che ha riaperto le indagini, Stasi non è l’assassino. Ora si scopre che ci sono delle impronte attribuibili ad Andrea Sempio, allora 19enne, oggi 37enne, che frequentava casa Poggi in quanto amico del fratello di Chiara. Impronte rilevate dagli inquirenti, ma rimaste nei cassetti degli atti giudiziari in questi 18 anni. Di fronte a tutto questo si resta increduli. Stasi è innocente e quindi ingiustamente condannato? Terribile, se così fosse. Chiara avrà finalmente giustizia dopo essere stata massacrata all’età di 26 anni nell’ormai lontano 2007? Speriamo. Resta, in ogni caso, l’amaro in bocca per come si svolgono le indagini, tanto da portare a un possibile errore giudiziario di una simile portata. Sviste nelle aule dei tribunali ci sono sempre state, ma con la strumentazione scientifica di oggi certi errori sono difficilmente comprensibili e soprattutto accettabili. E permane un dubbio: ci sarà la parola fine?