La sentenza giusta
Lo si può affermare senza ombra di dubbio e di smentita. A spiegarlo è la sentenza della Corte d'Assise di Milano che ha comminato l'ergastolo ad «Alessia Pifferi che fece morire la figlia Diana per un weekend lungo con il compagno»
Una condanna giusta ed esemplare. Lo si può affermare senza ombra di dubbio e di smentita. A spiegarlo è la sentenza della Corte d’Assise di Milano che ha comminato l’ergastolo ad «Alessia Pifferi che fece morire la figlia Diana per un weekend lungo con il compagno». E’ quello che scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza dello scorso 13 maggio. I giudici mettono nero su bianco che la donna agì per un «futile ed egoistico movente». La bambina, 18 mesi, fu lasciata sola a luglio 2022 per cinque giorni e mezzo e morì di disidratazione. Un reato, scrivono i giudici, di «elevatissima gravità, non solo giuridica, ma anche umana e sociale». Pessimo anche l’atteggiamento da «deresponsabilizzazione» tenuto in aula, con il tentativo di accampare «circostanze oggettivamente e scientemente false». Non solo. Ha accusato il compagno di «essere stato l’artefice morale dell’accaduto». Una condanna esemplare, dicevamo, che però non attenuta il dolore di qualsiasi persona dotata di un minimo di umanità per la morte di stenti che ha dovuto patire la piccola Diana. Un’atrocità infinita.