La Meloni e i falli di frustrazione
Tanto livore ricorda quello che nel calcio si chiama fallo di frustrazione

Meloni è l’omino di burro di Pinocchio. E anche: Meloni, la patriota in fuga. Infine, Meloni Presidente del Coniglio. Nordio e Piantedosi, invece, non ministri ma prestanomi. Questi, alcuni dei coloriti epiteti lanciati ieri in Parlamento dall’opposizione nei confronti di Meloni e soci nel dibattito sulla vicenda del libico Almasri. Il pentastellato Giuseppe Conte è sembrato morso dalla tarantola. Indiavolato come un ossesso. La Schlein ha alzato al massimo il tono della sua voce rischiando di apparire quasi alla stregua di una “vasciaiola”. Renzi, da par suo, ha vestito mai come ieri i panni di chi vuole rifarsi per un passato ormai perduto. Dall’altra parte, la maggioranza non si è risparmiata nel controbattere punto su punto con altrettanta veemenza. In conclusione, un muro contro muro. E, soprattutto, altro che decoro istituzionale. Comunque, ci sta. E’ il teatrino della politica che ha le sue ragioni e i suoi riti. Ad ogni modo, l’opposizione aveva l’opportunità di sfogarsi e attaccare il governo Meloni. E giustamente non ha perso l’occasione. Lo ha fatto però con tanta bile, con tanta rabbia in corpo, da dare l’impressione di chi politicamente non ha argomenti sufficientemente validi e nell’opporsi sembra essere alla canna del gas. Tanto livore ricorda quello che nel calcio si chiama fallo di frustrazione. E in politica la frustrazione è anche peggiore che nel calcio.