Il riarmo europeo, la divisione della politica italiana e il rischio dell’ambiguità
Il nostro Paese in questo momento cruciale deve chiarirsi le idee. Per non essere accusato di ambiguità, ma anche per non avere un ruolo di retroguardia

Ieri il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione ReArm Eu, il piano di riarmo da 800 miliardi di euro. Sia chiaro, siamo ad un primo per quanto decisivo e importante passo per garantire la difesa dell’Europa. Non siamo ancora, però, ad un esercito comune e ad un’unica voce in politica estera. L’obiettivo è quello di avere un’Europa più sicura, pacifica ovviamente, ma non pacifista. ReArm Eu punta a favorire la collaborazione fra gli Stati membri dell’Unione per evitare duplicazioni e sprechi nelle spese militari. Non meno importante è l’allentamento del Patto di Stabilità in tema di spese per la difesa. Sul tema la politica italiana si è divisa. A cominciare dalla maggioranza di governo con la Lega che ha votato contro. L’opposizione ha fatto peggio. Cinque Stelle e sinistra hanno votato contro, mentre il PD si è addirittura spaccato in due. Metà si è astenuto, su indicazione della segretaria politica Schlein, l’altra ha votato a favore. Un vero papocchio. Il nostro Paese in questo momento cruciale deve chiarirsi le idee. Per non essere accusato di ambiguità, ma anche per non avere un ruolo di retroguardia.