Il ministro Sangiuliano e il Boccia Gate
La migliore soluzione, la più semplice, pratica e sbrigativa, sono le dimissioni, ma la premier Meloni, per un insieme di complesse ragioni, non intende accettarle. E allora? Il Ministro, suo malgrado, sarà costretto a restare sulla graticola chissà ancora per quanto
Quello che viene chiamato il “Boccia Gate”, lo scandalo in cui è coinvolto irrimediabilmente il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ė qualcosa di terribilmente incredibile e imbarazzante. Può un ministro della Repubblica, un uomo di mondo e non uno sbarbatello, ficcarsi in una vicenda del genere? Viene spontaneo dire di no, ma ė successo. Come ė avvenuto ad altri e in luoghi e ruoli ancora più importanti. Pensiamo, primo fra tutti, al presidente Clinton e alla sua relazione con una giovane stagista nello Studio ovale. Ciò non toglie la gravità dell’accaduto. Nessun giudizio morale e, a quanto sembra, nessun rilievo penale, ma le ragioni della politica, così come dell’etica e del decoro istituzionale, gridano vendetta. La migliore soluzione, la più semplice, pratica e sbrigativa, sono le dimissioni, ma la premier Meloni, per un insieme di complesse ragioni, non intende accettarle. E allora? Il Ministro, suo malgrado, sarà costretto a restare sulla graticola chissà ancora per quanto. Appunto, fino a quando? Non lo invidiamo. E forse questo sarà per lui il fio peggiore.