scritto da Nino Maiorino - 25 Ottobre 2021 10:27

Perché la zucca è considerata il simbolo di Halloween?

La notte di Halloween si usa mettere fuori la porta di casa una zucca intagliata con una candela all’interno. Ma perché questa usanza è perché la zucca è diventata il simbolo di questa festività?

La vulgata corrente è portata a considerare di tradizione americana la festa di Halloween, che ricorre nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, e che è diventata ormai una ricorrenza festeggiata in quasi tutto il mondo e pure in alcuni paesi orientali come il Giappone e la Corea del Sud; una simpatica tradizione alla quale si dedicano prevalentemente i bambini e i buontemponi, sempre in vena di scherzi.

Le attività di Halloween includono, oltre la formula ricattatoria “trick-or-treat -dolcetto o scherzetto”, di partecipare a feste in costume, intagliare le zucche, accendere falò, fare giochi di divinazione, fare scherzi, visitare attrazioni infestate (es. la casa dell’orrore e il treno fantasma), raccontare spaventose storie e guardare film horror. La simbologia della festa è legata alla morte e all’occulto.

È una festa amata soprattutto dai bambini che si divertono a girare per le case del quartiere, formulando la tipica frase: “dolcetto o scherzetto?”, e a intagliare zucche, considerate il simbolo universale della festa.

La tradizione è anche quella di comprare dolci, consumare o regalare, a forma di occhio, insetto, scheletro, zucche, etc..

Ma perché la zucca intagliata è l’emblema di Halloween?

Partiamo dall’origine, vale a dire da una antica tradizione celtica, che vedeva gli agricoltori che il 31 ottobre festeggiavano la fine del raccolto; in quella occasione avevano l’usanza di indossare maschere per non essere catturati dagli spiriti e usavano mettere le braci del loro fuoco sacro all’interno di cipolle intagliate per avere luce durante il cammino.

L’usanza di intagliare le zucche, invece, non deriva dai celti, ma da una leggenda irlandese, nota come “Jack’ o’ lantern” che parla del patto fra un uomo e il diavolo; con questo patto Jack riuscì a ingannare il diavolo; evidentemente chi ha coniato il detto “la donna ne sa una più del diavolo” non conosceva questa leggenda

Jack era un fabbro, aveva la fama di uomo astuto, avaro, ubriacone e scommettitore e riuscì ad ingannare il diavolo che era sceso sulla terra per prendergli l’anima.

Ma il fabbro giocò uno scherzetto a Belzebù in maniera da avere la meglio.

Jack si trovava a bere in una taverna, ma, nonostante fosse ubriaco, escogitò un espediente: chiese di fare un’ultima bevuta prima di scendere agli inferi, dopo di che, al momento di pagare, si lamentò di non avere soldi e implorò il diavolo di trasformarsi in moneta per aiutarlo.

Il dio del male acconsentì, ma una volta trasformatosi in moneta, Jack l’afferrò e la mise nella tasca dove c’era un crocifisso d’argento. Il simbolo cristiano, come vuole tradizione, paralizza il diavolo il quale, implorando di essere liberato, offrì a Jack di prolungare la sua vita 10 anni, e l’uomo accettò.

Trascorsi dieci anni il diavolo si materializzò nuovamente davanti a Jack durante una passeggiata nelle campagne in preda ai fumi dell’alcool, pretendendo la sua anima.

Anche stavolta Jack riuscì ad ingannare il maligno con un escamotage: gli chiese di arrampicarsi per raccogliergli una mela dall’albero. Il diavolo accettò, così Jack fu in grado di bloccarlo di nuovo, incidendo con un coltello una croce sul tronco della pianta. In cambio della liberazione del diavolo, l’uomo ottenne la promessa che il malvagio avrebbe lasciato libera la sua anima.

Jack morì, la notte del 31 ottobre; a causa della sua vita dissoluta non venne accettato in paradiso, ma nemmeno all’inferno perché il diavolo, ancora offeso dai torti subiti, si rifiutò di aprirgli le porte. Tuttavia, il demonio gli diede un tizzone ardente per illuminare il suo cammino. Per non far spegnere la fiamma che gli permetteva di orientarsi nell’oscurità, Jack scavò un cavolo rapa e pose il tizzone all’interno, a mo’ di lanterna. Da quel momento fu costretto ad errare da solo per l’eternità.

La leggenda vuole che ogni anno, durante la notte di Ognissanti, l’anima di Jack vaghi ancora tra le tenebre alla ricerca di un posto dove stare e trovare la quiete. Per questo la notte di Halloween in America si usa mettere le zucche intagliate fuori dalla porta di casa, per segnalare all’anima errante di “Jack’o’lantern” che in quell’abitazione non c’è posto per lui.

Ma come si passò dalla rapa alla zucca?

Nel 1840 negli Usa, in seguito a una terribile carestia, gli irlandesi si resero conto che le rape americane erano molto più piccole delle loro e difficili da trovare, dunque sostituirono la rapa con la zucca, che avevano scoperto essere più grossa, più morbida e più facile da intagliare, nonché più facilmente reperibile.

Pertanto, da allora, la zucca intagliata con dentro una candela è diventata il simbolo di Halloween. La zucca è inoltre l’ingrediente più utilizzato nelle ricette per preparare piatti da gustare in questa notte di festa. La pietanza più famosa in America è la Pumpkin Pie, una crostata ripiena di polpa di zucca, spezie e latte, un classico della cucina autunnale americana che non manca mai sulla tavola del giorno del Ringraziamento e nemmeno in quello di Halloween.

Anche in Italia la zucca intagliata e illuminata ha una sua tradizione, che non ha nulla a che vedere con la leggenda di “Jack’o’Lantern” e con la festa di Halloween.

Prima della Seconda guerra mondiale, infatti, anche in alcuni luoghi del Lazio settentrionale si usava intagliare la zucca e usarla a mo’ di lanterna; era chiamata ‘la morta’ o anche ‘la Beccamorta’. L’usanza di scavare e svuotare le zucche per porvi dentro una candela, si ritrova anche in Lombardia, Liguria, Emilia e in tutta la pianura padana dove, fino alla fine degli anni Cinquanta, venivano poste vicino a chiese e cimiteri.

Col tempo, tuttavia, anche da noi è arrivata l’usanza di intagliare zucche in occasione della notte di Halloween.

Negli ultimi anni del secolo scorso la festività di Halloween ha assunto carattere consumistico, con un oscuramento progressivo dei significati originari.

Festeggiamenti che durano interi weekend sono ormai tipici in tutti gli Stati di influenza anglofona. Così in USA, Irlanda, Australia e Regno Unito, Halloween viene festeggiato come una “festa del costume”, dove party in maschera e festeggiamenti tematici superano il tipico valore tradizionale del “dolcetto o scherzetto”, per dar vita a una nuova tradizione di divertimento, caratteristica di una gioventù cresciuta e sempre più esigente.

Approfondendo il discorso sulle origini di Hallowen, si apprende che i Celti furono un insieme di popoli indoeuropei che, nel periodo di massimo splendore (V-III secolo a.C.), erano insediati in un’ampia area dell’Europa, dalle Isole britanniche fino al bacino del Danubio, oltre ad alcuni insediamenti isolati più a sud, frutto dell’espansione verso le penisole iberica, italica e anatolica.

Uniti dalle origini etniche e culturali, dalla condivisione di uno stesso fondo linguistico indoeuropeo e da una medesima visione religiosa, i Celti rimasero sempre politicamente frazionati; tra i vari gruppi di popolazioni celtiche si distinguono i Britanni, i Galli, i Pannoni, i Celtiberi e i Galati, stanziati rispettivamente nelle Isole Britanniche, nelle Gallie, in Pannonia, in Iberia e in Anatolia.

Portatori di un’originale e articolata cultura, furono soggetti a partire dal II secolo a.C. a una crescente pressione politica, militare e culturale da parte di altri due gruppi indoeuropei: i Germani, da nord, e i Romani, da sud. Furono progressivamente sottomessi e assimilati, tanto che già nella tarda antichità l’uso delle loro lingue appare in netta decadenza e il loro arretramento come popolo autonomo è testimoniato proprio dalla marginalizzazione della loro lingua, presto confinata alle sole Isole britanniche.

Lì infatti, dopo i grandi rimescolamenti altomedievali, emersero gli eredi storici dei Celti: le popolazioni dell’Irlanda e delle frange occidentali e settentrionali della Gran Bretagna, parlanti lingue britanniche o goideliche, le due varietà di lingue celtiche insulari.

Nell’840, con il Papa Gregorio IV, la Chiesa cattolica istituì ufficialmente la festa di Ognissanti per il 1º novembre: probabilmente questa scelta era intesa a creare una continuità col passato, sovrapponendo la nuova festività cristiana a quella più antica.

A conferma, Sir James George Frazer, un antropologo e storico delle religioni scozzese, osserva che, in precedenza, Ognissanti era già festeggiato in Inghilterra il 1º novembre. Questa tesi ha avuto amplissima diffusione, tuttavia lo storico britannico Ronald Hutton l’ha messa in discussione, osservando come Ognissanti venisse celebrato da vari secoli prima di divenire festa di precetto, in date discordanti nei vari Paesi: la più diffusa era il 13 maggio, in Irlanda (paese di cultura celtica) era il 20 aprile, mentre il 1º novembre era una data diffusa in Inghilterra e Germania, paesi di cultura germanica.

Quando il protestantesimo  interruppe la tradizione di Ognissanti, in ambito anglosassone si continuò a celebrare Halloween come festa laica. Negli USA, a partire dalla metà dell’Ottocento, la festa si diffuse (specialmente a causa dell’immigrazione irlandese) fino a diventare, nel secolo XX, una delle principali festività statunitensi.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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