L’importanza di leggere a scuola
Bisogna essere positivi: raccogliere e valorizzare tutto ciò che ci è offerto come nel caso delle scuole cavesi, ad esempio, che ospitando le citate rassegne letterarie del nostro giornale promuovono la lettura a 360 gradi

La lettura è importante per la formazione dei giovani perché apre orizzonti e arricchisce il bagaglio culturale. Come scrittore privilegio i classici, in particolar modo il romanzo di formazione, quindi Dickens, Bronté, Fielding; dunque scelgo le letture valutandone l’efficacia didattica, tuttavia come giornalista di “Ulisse on Line” trovo encomiabile le iniziative dell’associazione Comunicazione & Territorio, che fa capo alla nostra collega Silvia Lamberti, di cui è presidente, per le importanti rassegne letterarie quali il Premio “Com&Te” e “Il Viaggio delle Idee”.
Come giornalisti, la Lamberti e il nostro direttore Petrillo, invece a differenza di me tendono a spaziare nelle loro iniziative culturali, proponendo letture più eterogenee, anche legate alle nuove tendenze, come per esempio la Fanfiction. Per quanto riguarda il riscontro nei giovani, noto che essi prediligono i romanzi o i testi basati sul reale, sul sociale, sui problemi concreti della realtà che li circonda.
A questo punto c’è da chiedersi: cosa fanno le scuole per promuovere la lettura? Hanno accettato di buon grado questa sorta di joint-venture con i due citati giornalisti, ospitando nelle loro sedi scolastiche gli eventi, al fine di instillare il buon seme della lettura fra gli studenti. Non per nulla uno dei canali per promuovere la lettura dev’essere proprio la scuola e considero fortunati gli istituti che dispongono di una biblioteca scolastica; essa rappresenta un centro culturale e di educazione e deve affiancare gli obiettivi educativi della scuola stessa. Ritengo che l’importanza di questo ambiente sia strettamente legata alla possibilità di fornire aiuto e supporto agli alunni nel loro cammino formativo. Ormai diversi istituti stanno puntando molto sulla biblioteca, cercando di entrare nel Polo SBN di Napoli a cui, già dall’anno scolastico 2008/2009 qualche scuola ha aderito uniformandosi al “Progetto Biblioteche nelle Scuole” (MIUR) teso ad integrare le biblioteche delle scuole nel Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). Qualcosa sta cambiando: sembra ci siano nuove speranze, nuovi finanziamenti e nuovi progetti: ‘Bibliopride’, ‘Libriamoci’, ‘Io Leggo perché’, ‘Il Maggio dei Libri’ ect.
Bisogna essere positivi: raccogliere e valorizzare tutto ciò che ci è offerto come nel caso delle scuole cavesi, ad esempio, che ospitando le citate rassegne letterarie del nostro giornale promuovono la lettura a 360 gradi. Un’esperienza che, a detta degli stessi studenti interpellati, si è rivelata positiva, vitale, fertile, entusiasmante.
Purtroppo i giovani stanno perdendo la concezione della semplicità: andare al cinema, al teatro o leggere un libro. La tecnologia li sta avvantaggiando, ma anche distruggendo, perché trovano tutto on line e le librerie sono vuote. Sono passati dall’Esercito del Surf di Catherine Spaak all’Esercito del selfie di Takagi e Ketra, laddove sarebbe più proficua una lettura come il libro di Peppe Millanta, “Il Vinpeel degli orizzonti”, perché li catapulterebbe in un paesino immaginario, in cui noi tutti, almeno una volta nella vita, siamo stati. Ci si arriva perdendo la strada: lì non si sogna né si fanno incubi. Lo stesso Dante, quando fu mandato in esilio, scrisse lì le sue maggiori opere. Oppure cimentarsi coi classici della letteratura, ad esempio, “Il nome della rosa” di Umberto Eco, un testo in particolare che trasporta in un “altrove” diverso dalla nostra realtà.
Vivaddio che una cospicua fetta di studenti ama leggere prima il libro e poi le loro riduzioni cinematografiche, notando perspicacemente le varie differenze e apprezzando i dettagli del libro. Sarebbe stimolante aprire sulla rete dei forum per confrontare libri, film e fiction: sarebbe un’idea per incrementare la curiosità e promuovere la lettura.