Forse mi ripeto, ma è possibile che qualsiasi cosa si debba fare in questo benedetto paese, si genera quasi sempre un indescrivibile caos?
E’ vero che siamo un popolo di poeti, santi, navigatori, ma eccelliamo anche in altre virtù: siamo uno dei più importanti paesi in Europa quanto a inventiva, tecnologia, abbiamo la fama di avere istituzioni all’avanguardia, una delle “Intelligenze” più efficienti del mondo, una delle Protezioni civili che è un riferimento in Europa, tanto per fare solo qualche esempio, e poi ci perdiamo in un bicchier d’acqua quando dobbiamo organizzare la acquisizione, l’immagazzinaggio e la distribuzione di un “bene” che oggi è di importanza capitale per la popolazione.
Parlo del vaccino, sul quale il Governo avrebbe dovuto catapultarsi a velocità supersonica per tentare di avere il maggior numero di flaconi nel minor tempo possibile, ma sembra che siamo il fanalino di coda in Europa.
Secondo impietose notizia di stampa, delle quali è stata verificata l’attendibilità, l’Italia potrebbe rischiare un flop clamoroso, allungando più del previsto l’emergenza virus: complice evidentemente il periodo delle feste di fine anno, l’Italia ha usato solo il 10% delle dosi del vaccino Pfizer a disposizione, vale a dire una sola dose su dieci!
Nonostante Arcuri rivendichi il secondo posto in Europa per numero di vaccinati, non ci sono dubbi che la campagna di vaccinazione stia procedendo troppo a rilento, con le conseguenze note in termini di decessi e in termini economici, visto che, anche se è gratis per la popolazione, il vaccino viene da noi pagato e poi buttato in quanto non bisogna dimenticare che dopo 30 giorni non è più utilizzabile.
Stando ai dati ufficiali della mattina del 2 gennaio, in Italia erano state somministrate 46.030 dosi del vaccino: pochissime, solo il 10% di quelle disponibili.
In verità la sera del 2 gennaio 2021 il dato è salito a 72.397, un balzo in avanti considerevole ma che non basterà per portare l’Italia fuori dall’emergenza entro la fine della prossima estate.
La media giornaliera si attesta a 65.000 vaccinazioni al giorno, e continuando di questo passo è prevedibile che entro la prossima estate saremo ancora in alto mare.
Ovviamente bisognerà valutare l’andamento quando la macchina delle vaccinazioni sarà effettivamente in moto e procederà a regime, cosa che fino a questo momento non è.
C’è anche un’altra criticità, legata ai centri vaccinali: al 2 gennaio non c’era ancora un elenco completo dei centri per la somministrazione,e questo è stato evidenziato proprio dal Commissario per l’emergenza Arcuri.
In Europa sembra che le cose non vadano tanto meglio; anche in altri paesi le cose sembrano andare a rilento, quindi verrebbe da dire che siamo in buona compagnia quanto a lentezza, fatta eccezione per la “solita” Germania, la quale però ha problemi inversi, perché legasti alla grande quantità di fiale giunta troppo presto.
Anche la Francia ha somministrato pochissime dosi di vaccino per mancanza di persone da vaccinare perché nella popolazione c’è un profondo clima di sfiducia e paura che le sta tenendo lontane dai centri di vaccinazione. E questo complica non poco i piani vaccinali delle autorità sanitarie locali.
Nel Regno Unito si è addirittura deciso di rimandare il richiamo per dare la prima dose di vaccino a un maggior numero di persone; scelta molto discutibile, ma si attendono gli effetti della prima dose per poter procedere con un’analisi della strategia.
Quindi si prospetta un 2021 complicato, all’insegna dell’emergenza coronavirus.
Tornando all’Italia, da un rapido calcolo si conclude che per vaccinare la metà della popolazione italiana serviranno 60 milioni di dosi, considerando che la metà della popolazione (30 milioni circa) dovrà procedere con il richiamo e quindi dovrà fare di fatto due vaccini. Quindi, per arrivare a coprire la metà della popolazione italiana in dieci mesi serviranno 200.000 iniezioni al giorno, senza considerare che il 50% della popolazione non rappresenta neanche lontanamente la soglia dell’immunità di gregge (meglio parlare di immunità totale) che serve per uscire dall’emergenza.
La ciliegina sulla torta è data dalla Regione Lombardia, che si vanta di essere la migliore del paese anche in questo campo: Enrico Mentana ha denunciato un fatto incredibile, e cioè che l’Assessore lombardo alla Sanità, Giulio Gallera, d’intesa con il Governatore Fontana, ha volutamente rallentato l’avvio della campagna vaccinale per non richiamare dalle ferie i numerosi medici, che le hanno chieste proprio per il periodo delle festività di fine anno, e per questo motivo sembra che i vaccini somministrati siano poche migliaia: ovviamente il dato è top-secret”, perché queste cose si fanno ma non si dicono. Si può dedurre l’affidabilità di questi medici che in piena pandemia e con l’assillo di avviare la vaccinazione, si sono messi in ferie e la Regione non li ha fatti rientrare.
A nessuno dei lombardi è venuto in mente che “ogni giorno di ritardo costa decine di morti…”, come ha sottolineato Enrico Mentana.