Brunetta, Gelmini, Carfagna… e la fogna mediatica
Vergognose accuse anonime su FB e altri social
Umberto Eco diceva che FB e i social media hanno dato diritto di parola a tutti, ai premi Nobel e anche ad emeriti ignoranti che in un qualsiasi bar di periferia venivano zittiti in malo modo.
Il Direttore di questo giornale ha sempre detto che FB e gli altri social sono una fogna che se ti cattura ti sommerge.
Hanno ragione entrambi, ma talvolta non si può fare a meno di partecipare a qualche discussione, sperando di essersi espressi in maniera chiara e comprensibile al contrario di tanti ignoranti che non sanno mettere in fila tre parole senza sbagliare quattro volte.
Sono veramente raccapriccianti le espressioni usate nei giorni scorsi nei confronti di Renato Brunetta, Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna, tre ex Ministri anche del Governo Draghi, del quale ancora fano parte per l’ordinaria gestione del paese, i quali, dopo la sfiducia al Governo, promossa da Giuseppe Conte, e avallata da Lega e Forza Italia, hanno avuto il coraggio di manifestare pubblicamente il loro dissenso e, alla fine, di dimettersi.
E nel mentre Gelmini e Carfagna sono state persino insolentite con accenni alle loro presunte partecipazioni ai noti festini organizzati da Berlusconi (in verità a noi non risulta che lo abbiano fatto, tra i vari nomi non è stato mai fatto il loro), nei confronti di Brunetta si sono usate espressioni incredibili, addirittura col definirlo nano, e scomodando persino Fabrizio De André per una canzone del quale è stata estrapolata una frase molto volgare, della quale non abbiamo trovato traccia.
Ma ciò che in questo breve commento desideriamo evidenziare è che nessuno dovrebbe scendere a tali bassezze, tanto meno per persone di cultura che hanno dimostrato più volte, pure in politica, di essere all’altezza della situazione, magari con discorsi o provvedimenti non condivisibili, che talvolta abbiamo criticano negativamente, ma sempre con il massimo rispetto per l’aspetto l’essere umano.
Perché Renato Brunetta, è persona di grande cultura.
Nel 1973 si laurea in Scienze politiche indirizzo economico presso l’Università di Padova, inizia la carriera accademica nello stesso ateneo, con vari incarichi, poi Assistente universitario in vari corsi, poi Professore incaricato dell’insegnamento di Economia e politica del lavoro; poi diventa Professore associato di Fondamenti di Economia presso il Dipartimento di Analisi Economica e Sociale del Territorio presso la Facoltà di Architettura di Venezia.
Passa poi alla Facoltà di Economia del Lavoro presso l’Università di Tor Vergata a Roma.
Si distingue anche nel campo giornalistico (è iscritto all’Ordine del Veneto) e scrive per numerosi giornali sia economici che politici, pure di orientamento politico diverso dal suo, e pure su giornali esteri, ed è autore di numerose pubblicazioni sia scientifiche che divulgative.
Ma quello che la gentaglia (non usiamo un termine più forte per rispetto dei nostri lettore) non sa, è che Renato Brunetta è di origini molto umili, il papà era un venditore ambulante di gondole e articoli turistici, ultimo di tre fratelli, da ragazzino coltivò gli studi classici, con buoni risultati, vincendo il distacco sociale che lo differenziava dagli altri studenti di liceo.
Avrebbe poi dichiarato: «Sono orgoglioso di essere figlio di gente povera. Figlio della Venezia popolare. […] E andavo a lavorare con mio padre, venditore ambulante di “gondolete”, gondole di plastica nera. […] E lì, sui marciapiedi di Cannaregio, ho imparato tutto. Il lavoro, il sacrificio. Vivevamo in nove in novanta metri quadri, con i miei due fratelli, mia zia vedova e i suoi tre figli. E comunque a casa mia non c’era un libro. Cominciai a studiare il greco di notte, di nascosto. Così ho dato l’esame per passare al Foscarini. Il figlio dell’ambulante, il piccolino, al liceo dei “siori”. Alla maturità fui il primo della classe.»
Dal punto di vista dell’analisi dei risultati ottenuti da Mara Carfagna nelle varie legislature alle quali ha partecipato non sembra, a nostra memoria, che abbia meritato critiche, se non politiche, per quanto riguarda la Gelmini non possiamo non ricordare che, quando è stata Ministro dell’Istruzione, ha fatto tagli drastici ai fondi della scuola, ha introdotto norme che hanno fatto crescere la burocrazia negli istituti scolastici a discapito dell’istruzione, probabilmente sia perché non ha competenze scolastiche, sia perché ha estromesso dalle decisioni le organizzazioni scolastiche dei docenti.
Ora Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna sembra che abbiano deciso di confluire nel partito di Carlo Calenda, ovviamente criticatissime da chi non condivide questa scelta, giustificata o meno si vedrà in futuro.
L’unico problema potrebbe essere che, nella caotica situazione post-crisi che stiamo vivendo in questa torrida estate, non essendoci stato il tempo di sedimentare le scelte, potrebbe esserci qualche difficoltà.
Renato Brunetta non ha ancora deciso ma, per la sua istruzione competenze e per le pregresse esperienze, dovunque andrà porterà un valore aggiunto, che non potrebbe non essere utile a chi lo accoglierà.