Lo stato è creditore di 1.153,1 miliardi dai contribuenti
Il Fisco ha recentemente comunicato che sono 795,6 miliardi gli euro sottratti da grandi contribuenti all’erario, un importo a dir poco colossale, pari, per avere un termine di paragone, a oltre 30 manovre finanziarie.
In totale l’evasione ammonta a 1.153,1 miliardi.
Il Fisco ha precisato anche che i 795.miliardi li deve (dovrebbe) pagare una “minoranza” di evasori, cioè quelli che superano i 500.mila euro di reddito.
E’ appena il caso di ripetere una ovvia considerazione: se tutti pagassero il dovuto, il vantaggio per la generalità dei contribuenti sarebbe veramente rilevante, perché se pagano tutti, tutti pagano (o dovrebbero pagare) meno; nel caso specifico se si riuscisse a recuperare in tempi accettabili questo enorme credito, ne beneficerebbe il paese da tanti punti di vista: ad esempio, riducendo il debito pubblico che, dovendo corrispondere ai sottoscrittori il compenso, sgraverebbe il bilancio dello stato di una consistente quota pagata per interessi.
E’ ovvio che non possiamo non parlare al condizionale per due motivi:
-il primo è legato alla incertezza che il Fisco riesca a recuperare in tempi accettabili questo enorme credito, anzi i segnali del Governo Meloni vanno contro la logica del recupero, i condoni continui, le sanatorie a iosa, danno l’impressione di voler corteggiare gli evasori, invitandoli a non pagare, tanto prima o poi qualche ulteriore diavoleria per agevolarli la inventeranno, e mal che vada avranno pagato di meno e magari risparmieranno pure gli interessi;
-il secondo è che il Fisco potrebbe trovarsi di fronte a persone che, pure volendo, non possono pagare, e nei cui confronti si dovrebbero avviare procedure di recupero che certamente non sono brevi.
Ormai siamo abituati a tutto, e a nulla valgono le proteste, più che giustificate, di coloro che le tasse le pagano fino all’ultimo centesimo, come i percettori di reddito fisso e i pensionati che non hanno nessuna scappatoia.
Sia comunque ben chiaro: tutto quello che il Fisco si inventa per cercare di recuperare i vecchi tributi evasi, ed evitare nuove evasioni, è ben fatto, e invita a nozze i cittadini corretti, per i quali questo giornale da anni si batte a favore della equità fiscale, e contro gli evasori.
Abbiamo addirittura coniato un neologismo, li abbiamo definiti “neristi”, termine con il quale indichiamo i numerosi e cronici fautori del “business” e del guadagno in nero, e che i vocabolari non hanno ancora acquisito: sono tutti coloro che amano il danaro contante, ai quali il P.O.S. non è gradito, e se ce l’hanno è guasto e sono in attesa della sostituzione, oppure che al di sotto di un certo importo non è obbligatorio: scuse varie, tante fandonie senza alcun fondamento.
La situazione della evasione è riepilogata nel seguente prospetto, pubblicato dalla stampa specializzata sui dati dell’Agenzia delle Entrate.
IMPORTO | PERCENTUALE | AMMONTARE COMPLESSIVO |
Sotto i 1.000 euro | 47,6% | €10,4 miliardi |
Tra 1.000 e 10.mila euro | 30,1% | €27,7 miliardi |
tra 10.mila e 50.mila euro | 13.4% | € 75 miliardi |
tra 50.mila e 100.mila euro | 3,6% | € 57,7 miliardi |
tra 100.mila e 250.mila euro | 2,8% | € 96,8 miliardi |
tra 250.mila e 500.mila euro | 1,2% | € 89,9 miliardi |
sopra 500.mila euro | 1,3% | € 795,6 miliardi |
La stampa specializzata, tra cui “Fisco e tasse”, solo qualche giorno fa ha dato notizia del nuovo meccanismo definito “Anonimometro”, illustrandone il funzionamento.
Vediamo come funzionerà.
Già da tempo l’Agenzia delle Entrate ha comunicato di aver messo sotto controllo i conti correnti, ovviamente in modo anonimo, per riscontrare se sugli stessi vengono effettuate operazioni anomale rispetto all’andamento ordinario del conto. Ovviamente si riserva, in caso positivo, di approfondire ma svincolata dall’anonimato.
Le banche dati alle quali il Fisco può far capo sono tante, ed è chiaro che sarebbe impossibile individuare tramite le stesse i milioni di evasori, quindi si ha la necessità di fare indagini a tentoni avvalendosi di strumenti sofisticati.
L’ “Anonimometro” è uno di questi, ed è costituito da un algoritmo che permetterà di incrociare i dati presenti nelle banche dati con quelle dei depositi e trasferimenti bancari per individuare movimenti anomali di somme che possano risultare sospetti.
Per algoritmo si intende una successione di istruzioni o passi che definiscono le operazioni da eseguire sui dati esaminati per ottenere i risultati.
Tutto ciò che risulterà anomalo potrà uscire dall’anonimato ed essere assoggettato a controlli fiscali perché l’Anonimometro, lo dice il nome stesso, rende i dati sensibili dei contribuenti “anonimi” fino a quando non salta fuori qualcosa di “sospetto”.
Questo serve a salvaguardare la privacy dei contribuenti onesti e a posto con il Fisco.
Secondo le stime, l’obiettivo della stretta è quello di recuperare 2,8 miliardi di tasse evase entro il 2025, che è ben poca cosa se si pensa all’ammontare dell’evasione fiscale nel nostro Paese, che ogni anno va oltre 120 miliardi di euro.
Per comprendere il reale impatto dell’evasione fiscale in Italia è utile approfondire il prospetto pubblicato prima che ci fa rendere conto che i piccoli evasori, in numero notevolmente maggiore, hanno comunque un impatto minore sul totale del debito.
Esaminando i dati del prospetto, infatti, si rileva che:
-sotto i 1000 euro la percentuale degli evasori è del 47,6% per un importo da recuperare di 10,4 miliardi;
-tra i 1000 e i 10.mila euro la percentuale degli evasori è del 30,1% per un importo da recuperare di 27,7 miliardi;
-tra i 10.mila e i 50.mila euro la percentuale si riduce al 13,4% per un importo da recuperare di 75 miliardi.
Il che sta a significare che il 91,1% dei contribuenti evasori sono insolventi per “soli” 113,1 miliardi, mentre sopra i 500.mila euro la percentuale degli evasori crolla all’1,3%, ma debbono versare al Fisco ben 795,6 miliardi.
Il che significa pure che, se il Fisco si impegnasse per recuperare tale morosità, sarebbe agevolato perché dovrebbe perseguire solo l’1,3% dei morosi.
E, con un tantino di impegno in più, perseguendo gli evasori delle ultime tre fasce, (5,3%) potrebbe recuperare oltre 982.miliardi di euro.
Noi, pure se scettici, ci auguriamo che l’attuale governo, forte della ampia maggioranza che lo sostiene, riuscirà laddove i precedenti governi hanno fallito, ben consci, comunque, che il problema della evasione nel nostro paese è un osso durissimo da rosicchiare.