scritto da Pasquale Petrillo - 11 Giugno 2016 08:51

L’Italia, un Paese che muore

L’Istat ieri ha fatto sapere che in Italia a fine 2015 siamo 60 milioni 665.551 persone, di cui più di 5 milioni di stranieri. Per la prima volta negli ultimi 90 anni il numero dei residenti cala, per la precisione di 130.061 unità. In particolare, a scendere è  la popolazione di cittadinanza italiana, – 141.777 residenti, in quanto quella straniera aumenta di 11.716. Non va meglio, ovviamente, per le nascite, ancora in diminuzione dal 2008.  Nel 2015 i nati sono meno di mezzo milione (-17 mila sul 2014) di cui circa 72 mila stranieri (14,8% del totale). I morti, invece, sono aumentati: oltre 647 mila, quasi 50 mila in più rispetto al 2014. Nel frattempo, il Paese invecchia ancora di più: l’età media è 44,7 anni. Infine, il saldo naturale, vale a dire i nati meno i morti, è  negativo per quasi 162mila unità. E’ positivo, invece, il saldo naturale per i cittadini stranieri, ovvero più 66 mila unità circa; di conseguenza, per i residenti italiani il deficit è molto più ampio: -227.390 unità. Questi numeri, nella loro sconfortante evidenza,  non hanno bisogno di essere commentati più di tanto. Nascono sempre meno bambini italiani, aumenta la presenza degli stranieri. Manca, purtroppo, una vera politica per la famiglia, per le nuove coppie, per la maternità, per i giovani. E’ un Paese, il nostro, che pensa troppo alle pensioni e ai pensionati, troppo poco all’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Un Paese dove chi ha, continua ad avere, chi non ha, continua a non avere. Insomma, siamo un Paese che muore. Di questo passo, siamo destinati all’estinzione come italiani, o quantomeno a diventare minoranza. Questione di qualche decennio. (foto Giovanni Armenante)

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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