La fobia è una paura intensa, persistente di un oggetto o di una situazione, in realtà privi di pericolosità.
Va distinta dalla paura perché, a differenza di quest’ultima, la fobia non scompare di fronte alla dimostrazione della non pericolosità della situazione temuta; tuttavia, è diversa anche dal delirio perché la persona fobica è consapevole dell’irrazionalità dei propri timori.
Come conseguenza del disturbo fobico si può strutturare un’ansia anticipatoria che può portare all’evitamento o indurre degli attacchi di panico. In altri termini, la persona che soffre di una fobia specifica prova una paura marcata, persistente, sproporzionata non solo quando lo stimolo fobico è presente ma anche quando si aspetta di affrontare un oggetto o una situazione specifica.
Le forme fobiche si differenziano in base all’oggetto o alla situazione che viene coinvolta, tra quelle più comuni possiamo ricordare la fobia degli animali, del sangue, delle altezze, dello sporco, delle malattie e degli agenti atmosferici.
Queste fobie possono presentarsi in forma variabile o fissa, essere passeggere (come accade spesso nell’infanzia) o invece croniche; inoltre, altri tipi di fobie possono manifestarsi in quadri psicopatologici anche molto diversi tra loro.Sebbene la persona sia consapevole dell’irragionevolezza e dell’eccessività dei propri comportamenti fobici, non riesce ad evitarli al punto da arrivare a compromettere in maniera più o meno significativa diversi ambiti della propria esistenza.
I fattori che possono favorire l’esordio sono: eventi traumatici (es. essere attaccato da un animale), un attacco di panico inaspettato, vedere altri manifestare una forte paura di fronte ad un oggetto, la trasmissione di informazioni (es. ripetuti avvertimenti dei genitori).
L’accoppiamento casuale tra un’emozione e un oggetto crea una sorta di cortocircuito emotivo che si riattiva ogni volta che il soggetto si trova di fronte alla situazione fobica e che lo porta a mettere in atto un forte evitamento, difficile da eliminare perché produce una riduzione dell’ansia e, quindi, un rinforzo stabile dell’efficacia delle strategie fobiche.
Per questo motivo, può rivelarsi inutile e dannosotentare di eliminare il sintomo fobico senza conoscerne il suo significato soggettivo perchè la mancanza della funzione protettiva del sintomo lascerebbe esposta all’angoscia e al panico.
In tal senso, la persona fobica costruisce una difesa contro il proprio timore e la propria angoscia attraverso un atteggiamento di rifiuto e di evitamento dell’oggetto fobico, ma così facendo non fa altro che evocare continuamente tutto ciò che teme. Partendo da questo cortocircuito in cui cade la persona fobica, si può vedere come le fobie siano cariche di significati che rinviano, in modo più o meno deformato, a fantasie, pensieri e affetti legati alla storia del soggetto.
Ad esempio, la conoscenza approfondita di una persona con agorafobia (timore di luoghi aperti o di allontanarsi da un ambiente conosciuto) può rivelare una sofferenza legata all’insicurezza, alle modalità relazionali apprese durante l’infanzia o al modo in cui il soggetto vive il legame tra dipendenza e autonomia, implicito in ogni relazione.
Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, le fobie possono essere considerate il risultato di un cattivo apprendimento che produce una risposta inadatta e sproporzionata alla situazione reale.
Per curare le fobie è necessario un periodo di valutazione in maniera tale da poter come si è strutturata la fobia e, in seguito,è possibile usare diverse tecniche cognitivo-comportamentali, come l’esposizione graduata che consiste nell’esporre il paziente a situazioni fobiche meno temute, per poi salire gradualmente.
È anche possibile insegnare alla persona fobica tecniche di rilassamento basate sull’alternanza di movimenti di tensione e distensione muscolare in modo tale inibire la reazione ansiogena di fronte all’oggetto fobico.
Ulteriori strumenti terapeutici possono essere la modificazione delle rappresentazioni dell’individuo e delle sue credenze patogene che lo portano ad attribuire allo oggetto fobico significati erronei.
Bibliografia
Galimberti, U. (2018). Nuovo dizionario di psicologia. Feltrinelli, Milano.
Giberti F., Rossi R. (2009). Manuale di psichiatria. Piccin, Padova.