Servalli… siamo arrivati al “de profundis” politico?
E’ inutile negarlo, ma questa vicenda giudiziaria, che vede coinvolti il sindaco metelliano Vincenzo Servalli e il suo vicesindaco Nunzio Senatore, è una brutta tegola, caduta loro all’improvviso tra capo e collo.
In tutta onestà, mi auguro che alla fine i due amministratori cavesi riescano a chiarire l’intera vicenda. Certo è, però, che si tratta di una brutta rogna. Ad ogni modo, non è difficile credere che ci vorrà del tempo per venirne fuori.
Per questo, non è il caso di formulare giudizi sommari. Aspettiamo, quindi, fiduciosi l’esito dell’indagine dei magistrati nell’accertamento dei fatti contestati.
L’accusa, tutta da provare ovviamente, è comunque molto grave e pesante, ma pur condividendo poco o nulla della politica e della gestione amministrativa dell’attuale amministrazione comunale metelliana, sono tra quelli che si rifiutano di immaginare Servalli e Senatore come dei maldestri e volgarissimi ladri di polli.
Certo è, però, che per i due amministratori comunali la situazione si è fatta molto pesante e imbarazzante. E’ chiaro, infatti, che sono entrambi politicamente azzoppati.
Insomma, questo secondo mandato sindacale iniziato lo scorso ottobre è stato finora molto accidentato, rivelandosi impervio e minato. Ci ha messo del suo, però, il sindaco Servalli. Per le sue scelte. Così come per le sue non scelte. In più occasioni, sia nel passato che di recente, abbiamo chiesto a Servalli di darsi una mossa, di volare alto, di uscire fuori dal pantano. Così come in più di un’occasione l’abbiamo accusato di crogiolarsi nel limbo dell’indecisione, della vaghezza, dell’inconsistenza politica e amministrativa.
Nel primo mandato, per Servalli filò tutto liscio, forse pure troppo. Persino la pandemia da Covid gli tornò utile. Da qualche mese, invece, tutto gli sta andando di traverso, anche nelle cose semplici è stato “abile” nel renderle complesse e farle diventare un possibile problema.
La verità è che, alla fine, i nodi vengono al pettine. Il sindaco Servalli si è circondato di una squadra debole e poco qualificata, che di certo non l’aiuta se non addirittura lo danneggia. In questi anni ha concorso scientemente ad impoverire la struttura comunale con logiche che nulla hanno a che vedere con l’efficienza, invece di arricchirla e potenziarla con nuove e più qualificate professionalità. Il risultato è che la macchina comunale ogni giorni perde colpi. E’ sempre più fuori giro, poco reattiva e presente. Insomma, da anni l’Ente Comune vegeta in uno stato semi-comatoso causato da una politica scadente, la quale, in verità, precede l’avvento di Servalli ma che con lui è proseguita, anzi, si è accelerata. E la città sta irrimediabilmente sprofondando nella qualità della vita, dei servizi, dell’offerta turistica e culturale, della tenuta socioeconomica, persino nell’etica politica, compromessa quest’ultima da interessi personali e di partito. Questo avveniva già prima del Covid, figuriamoci adesso. Sono tutti rilievi, questi ultimi, che a Servalli abbiamo ripetutamente mosso da un po’ e in tempi non sospetti.
Ciò detto, il sindaco Servalli ha davanti a sé poche possibilità di scelta: o molla, ma mi auguro che questo lo escluda a priori, o si fa coraggio e tira fuori gli attributi. In questa seconda, auspicabile ipotesi, oltre che a venire a capo di questa vicenda, il nostro Sindaco dovrà incominciare a guardare oltre il proprio naso, a pensare se non alla grande almeno a cosa potrà essere la nostra città da qui a vent’anni, tentando di lasciarvi una sua impronta positiva. E incominciare a pretendere di affiancarsi il meglio possibile: nella struttura comunale innanzi tutto, oltre che in giunta e tra i suoi collaboratori.
Oddio, può anche decidere di tirare a campare come ha fatto finora, ma rischierà così di tirare politicamente le cuoia in meno che non si creda. Sarebbe questo il modo migliore per intonare il proprio “de profundis” politico.