scritto da Roberto Ruocco - 14 Maggio 2016 14:57

Mauro Mazza: “Sul referendum Renzi si gioca tutto e potrebbe anche perdere”

Giornalista professionista dal 1979, nei primi anni di carriera ha lavorato per il Secolo d’Italia e per l’agenzia AdnKronos. Entrato in Rai nel 1990, negli ultimi anni ha diretto il Tg2, Rai 1 e Rai Sport. Al  romano Mauro Mazza, cresciuto politicamente nel centrodestra, chiediamo, innanzi tutto, per chi vota a sindaco alle comunali Roma?

Qualche settimana fa avrei detto aspettiamo perché ancora il quadro non è definito, ma siccome adesso lo è, voto Giorgia Meloni, perché è vero che il quadro politico andava  semplificato assolutamente,  ma è altrettanto vero che la scelta di Berlusconi di portarsi sul candidato centrista con la storia, un album personale di famiglia molto di sinistra, come quella di Alfio Marchini, complica il quadro non lo semplifica.

Siccome io sono sempre per la chiarezza, sogno ancora un’Italia bipolare come è stata per qualche anno sia pure  all’italiana, in modo impreciso e indefinito fino in fondo. Nel mio bipolarismo c’è posto per un centro destra e per un centro sinistra. C’è poco posto per un centro che divaga e spero che presto non ci sia più nemmeno posto per un polo sulla carta alternativo, ma più o meno in ambiguità come i 5 Stelle.

Berlusconi sostiene che, con la destra alla guida del centrodestra e non con la sua di guida,  non si va da nessuna parte.

Si, ma è altrettanto vero che oggi non c’è un centro che guida e non c’è nemmeno domani. Oggi c’è Matteo Renzi  che guida. Il centro che si collega stabilmente nel governo come ha fatto Alfano prima, o  nella maggioranza come sta facendo da alcuni mesi Verdini o in modo indiretto come sta facendo Forza Italia con Berlusconi è un centro che non è alternativo alla sinistra, non è alternativo a Renzi. L’alternativa se c’è è dall’altra parte. Oggi è difficile immaginarla perché i numeri non ci sono e nemmeno la prospettiva concreta. Ho paura che l’alternativa possa diventare il Movimento di Grillo dei 5 Stelle.

Quindi l’accusa che fanno sia Salvini che Meloni a Berlusconi,  di essere legato ai suoi interessi e quindi indirettamente a Renzi, la ritiene condivisibile?

Io osservo i fatti. I fatti sono che fino a pochi giorni fa Forza Italia era spaccata verticalmente al suo interno con riunioni anche drammatiche. Secondo le fonti di stampa molti politici di Forza Italia anche moderatissimi spingevano perché si privilegiasse l’alleanza con Fratelli d’Italia e con Lega Nord, appoggiando  la Meloni candidata politica a sindaco del centrodestra, di tutto il centrodestra. Poi, pare, che abbiano prevalso

altre  componenti tra cui quella  aziendale. Sembra che Fedele Confalonieri, mai iscritto a Forza Italia, mai stato esponente politico, Gianni Letta, politico sui generis, e il cosiddetto cerchio magico che circonda Berlusconi, ha spinto perché quest’ultimo scegliesse quest’altra opzione. La scelta politica avrebbe dettato l’alleanza e il sostegno a Giorgia Meloni. Una linea non politica,  non completamente politica, che resta ambigua, come quella scelta da Forza Italia a Roma, mi lascia perplesso  e mi vede scettico, dubbioso.

Al di là della contingenza del momento, ma un centrodestra a guida Salvini ha un futuro?

C’è l’ha come forza di opposizione, ma non come forza di governo e di maggioranza. Questo è inevitabile. Chi proviene da una storia culturale prima ancora che politica come la mia,  preferisce riconoscersi di più nell’opposizione che nella maggioranza che governa il Paese e questo non mi spaventa, nel senso che l’ho fatto per tanti anni. Preferisco la coerenza delle posizioni alla rincorsa al potere ad ogni costo.

Tra i ragazzi di Via Milano (storica sede del giornale del MSI di Almirante, il Secolo d’Italia, ndr) c’è sempre Fini?

Fini ha commesso errori gravissimi, che hanno compromesso il suo destino politico e il destino politico del centrodestra  che si riconosceva nella sua persona, nel presente e nel futuro, per un  dopo Berlusconi.. Personalmente l’ho rincontrato qualche tempo fa  mentre coordinavo un convegno presente lui, Bertinotti e Casini. L’ho trovato,  come posso dire, consapevole degli errori commessi e fiducioso, ma non troppo, di recuperare il tempo perduto.

Un’opinione su Renzi  da uomo di centrodestra.

Ma no,  da osservatore delle cose politiche. Due anni fa s’immaginava che Renzi avrebbe aperto un ciclo decennale, ventennale simile e  successivo a quello targato Berlusconi e  poi ho avuto l’impressione, forse più che un impressione, anche confrontandomi con colleghi giornalisti, politologi e qualche politico, che la sua parabola sia già discendente. Voglio dire che i vent’anni di Berlusconi  Renzi li ha consumati in un biennio renziano.  Accanto a questo ci mettiamo le difficoltà che incontra anche sulla questione morale, che forse è la più grave delle questioni in cui ci si può imbattere una forza politica,  rendono precaria la sua situazione. Il giocarsi  tutto, come a un tavolo di poker, il suo destino politico  con il referendum sulle riforme  del prossimo ottobre,  mi fa pensare che  sia come il giocatore che al tavolo mette tutta la posta. Penso  che il politico deve essere  pronto a rischiare, ma che giocarsi tutto  con una partita che può anche perdere è soprattutto un azzardo.

Una previsione sulla referendum costituzionale

I numeri dicono che potrebbe prevalere il no. Bisogna vedere se la campagna  referendaria sarà sulle tematiche, sarà sviluppata pienamente, se i media daranno spazio a tutte le posizioni in campo. Ho l’impressione che se si votasse oggi, se fosse come Renzi ha impostato la questione, ovvero un plebiscito sulla sua persona, oggi potrebbe perdere.

Un aggettivo per definire Renzi, quello prevalente, qualcuno lo trova istituzionalmente parlando un po’ maleducato.

No, io direi  un ambizioso di potere, ma nel senso anche pulito del termine. Io ho qualche anno più di lui, la mia generazione è cresciuta a pane e politica, la politica che si studiava sui libri  e che si faceva nei seminari, corsi di studio. Renzi quando parla ai corsi di formazione dei ragazzi del suo partito o della sinistra indica come riferimento House of Cards la serie tv americana in cui il politico è incarnato da un uomo ambizioso, senza scrupoli  che commette anche omicidi o li commissiona pur di conservare il potere. Ecco, penso che il politico avveduto, un leader, un premier, dovrebbe indicare ai giovani una politica più alta in cui i valori abbiano la prevalenza sugli interessi e sulla voglia di conquistare e di conservare il potere ad ogni costo. (foto Gabriele Durante)

Giornalista pubblicista, ha collaborato con numerose testate quali E'Costiera, ECOmagazine, Fermento, Agire, Il Salvagente, Cronache del Mezzogiorno. E' tra i giornalisti che presentano le pubblicazioni partecipanti alla Rassegna letteraria Premio Com&Te. Sin dall'inizio collabora con Ulisse on line, di cui è il referente è il punto di riferimento per l'intera Costiera Amalfitana.

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