scritto da Redazione Ulisseonline - 15 Febbraio 2024 14:42

Cava de’ Tirreni, avv. Marco Senatore: «La crisi del commercio cavese e il sindaco Servalli come lo smemorato di Collegno»

Un ristagno totale, un pantano melmoso che contribuisce, unitamente al debito pubblico ormai arrivato a cifre da capogiro, a permeare la Città di pessimismo rispetto alla risoluzione della crisi non solo economica, ma anche culturale e turistica

l’avvocato Marco Senatore

Riceviamo e pubblichiamo

Qualche giorno fa ho letto un durissimo intervento di un’associazione civica circa l’immobilismo dell’assessore alle attività produttive, avv. Giovanni del Vecchio, con particolare riferimento al commercio  cavese che ormai langue ed è prossimo al tracollo, come del resto è il Comune disamministrato da Servalli & C.

Vero è che il commercio di prossimità soffre da anni di una lacerante e costante crisi dovuta a molteplici fattori quali la diffusione dei centri commerciali, nei quali si trovano prodotti a prezzi più vantaggiosi ma soprattutto la possibilità di parcheggio gratuito. E poi quello che è un vero e proprio tsunami, ovvero l’e-commerce, che in poco più di un decennio ha cannibalizzato il settore e che per nulla è stato contrastato da politiche nazionali efficaci.

Il dramma del Covid poi, ha dato il colpo di grazia… la famosa, e in questo caso, amarissima ciliegina sulla torta.

Sono fattori che seppur con aspetti diversi tra di loro, messi insieme, si sono rilevati un mix devastante per il commercio di prossimità.

Se però facciamo un passo indietro ed andiamo alla ricerca di un punto di partenza ben preciso, insomma ad una sorta di anno zero, tutto lo si può ricondurre ad un momento cruciale avvenuto nel nostro Paese, l’attuazione dei decreti Bersani sulle liberalizzazioni.

Difatti, se per alcuni di tali decreti le perplessità erano modeste se non addirittura nulle, per altri invece c’erano forti dubbi, come appunto la liberalizzazione delle licenze riguardanti negozi ed esercizi pubblici.

Con la legge Bersani del ’98 si è di fatto consentita l’apertura di numerose attività, le quali hanno intaccato irreparabilmente il reddito dei negozi preesistenti, ma cosa ancor più grave, un vero e proprio suicidio commerciale, è stata l’abolizione del vincolo del rispetto delle distanze minime tra gli esercizi del medesimo settore merceologico.

Questo, ovviamente, è un problema generalizzato che riguarda l’intero  territorio nazionale, e quindi qualcuno potrebbe dire, che colpa ha l’Amministrazione Servalli e il suo assessore Del Vecchio, ultimo di una corposa serie di delegati alle attività produttive?

Con tali premesse sarebbe facile assolvere chi dal 2015 ad oggi ha guidato e guida,  la nostra Città.

Ma da avvocato abituato a leggere gli atti processuali, a trovare soluzioni e tesi difensive adeguate, ma soprattutto a documentare quanto asserito, ho tirato fuori dal cassetto i programmi elettorali di Servalli del 2015 e del 2020 per verificare le idee e i progetti relativi al settore del commercio. Solitamente, o meglio è notorio, che i programmi elettorali sono dei libri dei sogni, dove manca solo il progetto di portare il mare  in piazza Duomo.

Con mia grande sorpresa, dopo averli letti e riletti attentamente, sono giunto alla conclusione che Servalli non ha neanche la capacità di sognare e tanto perché in entrambi i programmi non ha fatto alcun riferimento al commercio. Neanche un rigo.

Come se per questa amministrazione il commercio a cava non esistesse o peggio ancora considerato un ramo secco da tagliare e abbandonare al suo triste destino. Dimenticando la storia di Cava, una città che ha fondato la sua economia sul commercio e sull’artigianato.

Ad onor del vero, bisogna riconoscere che Servalli almeno in questo è stato coerente e rispettoso dei programmi elettorali presentati agli elettori. Vale a dire che per una volta non ha fatto nulla ma perché nulla aveva promesso o previsto di fare per il commercio locale. In conclusione, davvero non possiamo sostenere che Servalli abbia tradito le legittime aspettative degli elettori e di essere venuto meno alle promesse. Ai commercianti non ci ha mai pensato.

Punto.

Al più, al nostro beneamato sindaco Servalli, gli si può contestare che in quanto alla crisi e alle possibilità di rilancio del commercio cavese si è comportato e si comporta peggio dello smemorato di Collegno.

Ma se tanto è, e sfido chiunque a smentirmi, mi chiedo a cosa serve un assessore che non ha nulla da programmare per il commercio? D’altra parte, non per difendere Del Vecchio, ma perché prendersela con lui? Ha rispettato il programma di Servalli. Niente era stato chiamato a fare  e niente ha fatto. Perché non prendersela allora con il sindaco Servalli  invece che con Del Vecchio, colpevole quanto si vuole, ma non certo come capro espiatorio in quanto classico vaso di terracotta tra vasi di ferro?

Piuttosto, viene spontaneo chiedersi, ma dove era la Confesercenti con il suo presidente cittadino Aldo Trezza, fido scudiero e strenuo difensore del suo Sindaco, quando si redigeva il programma elettorale? Ci saremmo dovuti aspettare una levata di scudi, una energica protesta per venire incontro alle esigenze dei commercianti o meglio di quei pochi che esso rappresenta a livello locale. Nulla di tutto ciò, evidentemente la ragion di stato ha prevalso.

Questo il desolante e tetro quadro che si presenta ai cavesi e ai commercianti in particolar modo, senza una prospettiva economica futura per la città, neanche semplicemente pensata, auspicata, sognata.

Un ristagno totale, un pantano melmoso che contribuisce, unitamente al debito pubblico ormai arrivato a cifre da capogiro, a permeare la Città di pessimismo rispetto alla risoluzione della crisi non solo economica, ma anche culturale e turistica.

Ma a questo punto che fare? Arrendersi, piangere il morto?

No, come diceva il grande Nelson Mandela “Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso”.

Ecco allora che mi viene in mente una frase famosa “Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”, ovvero quando la situazione diventa difficile, le persone forti, ma aggiungo soprattutto capaci e competenti, scendono in campo e si impegnano ancora di più per vincere la sfida e riportare Cava agli antichi fasti di un tempo.

Cava ha personalità  competenti, capaci, forti e determinati che possono mettere in campo le loro esperienze in tutti e settori e ridare alla Città e ai Cavesi una speranza di un futuro migliore.

Non smettiamo di sognare solo perché ci ritroviamo l’incubo di Servalli. Proviamoci, tutti insieme, senza colori e senza bandiere politiche. E se andrà male, ci riproveremo nuovamente.

La partita è persa solo quando smetteremo di giocarla.

Avv. Marco Senatore

Meridione Nazionale

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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