scritto da Redazione Ulisseonline - 28 Febbraio 2024 11:57

Cava de’ Tirreni, a colloquio con Carlo Panzella: “Servirebbe una classe dirigente nuova capace di coinvolgere la città dando subito segnali di reale cambiamento”

Credo invece che anche la prossima tornata elettorale si svolgerà con gli stessi stantii riti e con il proliferare di liste atte a confondere ed ingabbiare le scelte degli elettori con ricatti affettivi, di legami di parentela, di amicizia, di clientela

Ulisse online riprende un nuovo viaggio con alcune interviste. Il tema di fondo resta la nostra città, Cava de’ Tirreni, con le difficoltà di questa delicata stagione politico-amministrativa, le prospettive per il futuro, nel ricordo degli splendori di un passato non lontano. Iniziamo il viaggio intervistando Carlo Panzella, un cavese nato nel 1947, professore di Matematica nelle scuole superiori e poi consulente ed in seguito funzionario della Metelliana una delle società di informatica più importanti della Campania negli anni ’80 ’90. Esponente in gioventù della IV Internazionale, il gruppo più numeroso e più ascoltato della sinistra extra-parlamentare a Cava, gruppo che fu di riferimento negli anni 70 per le lotte degli operai cavesi contro i licenziamenti e le chiusure delle fabbriche. Negli anni 2000 diede vita al sito Porticando nel quale sono visibili circa 25.000 foto di storie personali e sociali di nostri concittadini. Fu capo-staff del sindaco Gravagnuolo. In anni recenti ha pubblicato due libri di racconti scritti da centinaia di nostri concittadini.

 

“In città non c’è nessun dibattito, nessun fermento di idee, nessun momento di aggregazione”

 

 

Guardandola da un punto di vista politico, economico e sociale, come la descriverebbe oggi la nostra città?

Qualche anno fa avrei detto la bella addormentata nel bosco,  oggi direi una vecchia signora con una certa dignità mal vestita e mal nutrita.

Guardando indietro, quali le differenze? Cosa ha perso?

Rarissime realtà associative, sempre maggiore indifferenza e sfiducia verso le istituzioni, mancanza di qualsiasi punto di riferimento per le necessità ed i problemi dei cittadini, la trasformazione del commercio con la pressoché definitiva scomparsa del tessuto artigianale e della gestione familiare dei negozi, l’impoverimento delle campagne, l’immiserimento del ruolo e la pochezza del ceto dirigente.

 

” Cava ha i problemi delle città più grandi con i difetti e i pochi pregi dei paesi più piccoli”

 

 

 

Ci dice quali sono a suo avviso i pregi e i difetti di questa nostra città?

Permane una certa signorilità e senso di ospitalità di noi cavesi, poco razzismo nonostante l’esagerata eco data alle notizie dei furti nelle abitazioni. Difetti innumerevoli (che naturalmente per qualche categoria possono essere letti come pregi) quali i costi dei servizi comunali, la mancanza di strutture per i giovani, la pochezza dell’assistenza sanitaria, i vecchietti che non sanno o non possono ballare costretti a giocare a carte al vento e al gelo, il  problema traffico da anni non affrontato dalle amministrazioni comunali, una cattiva gestione delle strade, il verde che diventa sempre più grigio soprattutto nei villaggi, la mancanza di una classe dirigente a causa, non solo, ma anche delle votazioni del consiglio comunale nelle quali prevalgono le relazioni di parentela e di clientela. E poi di fronte ad una macchina comunale nella quale anche il più elementare diritto ad una risposta ai propri problemi e alle proprie richieste diventa un privilegio, avere un consigliere comunale amico garantisce una certa sollecitudine e attenzione.

Insomma Cava è una cittadina con i problemi delle città più grandi e con i difetti ed i pochi pregi dei paesi più piccoli.

 Non crede che un limite dei cavesi sia di vivere troppo di un passato glorioso per sfuggire al presente?

Assolutamente d’accordo. Se un extraterrestre vedesse il ruolo della festa di castello e della storia  della pergamena bianca  e seguisse i social cittadini  nei quali si ripropongono a migliaia le foto dei portici, della badia, delle chiese… penserebbe di aver fatto un viaggio nel tempo di qualche secolo indietro. Del resto ci sono personaggi della storia di Cava dei quali è impossibile parlare se non bene a rischio di essere additati al pubblico ludibrio come succedeva per Garibaldi fino ai primi del Novecento. Questo impedisce qualsiasi riflessione sul passato e sul futuro della nostra città. Quanti nostri concittadini o sedicenti storici a torto o a ragione pensano che Abbro sia stato il miglior sindaco di Cava? E chi mai parla delle scelte politiche degli anni 50,60 e 70 che tanto hanno condizionato l’evoluzione sociale ed economica di Cava?
Le associazioni dei trombonieri e degli sbandieratori sembrano essere oggi gli unici riferimenti più o meno giovanili ancora vivi in città, a parte lodevoli iniziative di gruppi privati che mi sembrano però incapaci di coinvolgere ventenni o trentenni e che guardano con attenzione soprattutto quanti  hanno creduto per il passato in questa nostra amata terra  e che, delusi,  cercano un’ora d’aria per sfuggire alla loro solitudine di cittadini.

“Fin quando penseremo che il ruolo di Cava è quello di avere ristoranti e pizzerie piene nel fine settimana non faremo nessun passo in avanti”

 

 

Possiamo, sempre come città, recuperare il terreno perduto? Ritrovare un ruolo e una prospettiva?

Sono molto pessimista a riguardo; forse è troppo tardi. Certamente non sarà la religione del cemento a risollevare questa città: i vantaggi saranno per le catene commerciali ma certamente non per quanti vivono del loro lavoro o delle loro pensioni. E poi non c’è nessun dibattito in città, nessun fermento di idee, nessun momento di aggregazione e di discussione sulle prospettive: solo parole trite e ritrite da parte di tutta la classe dirigente (?) senza nessun progetto non miope e di larghe vedute. Hanno  venduto e stanno svendendo il patrimonio comunale senza che nessuno abbia mai pensato per esempio alla creazione di un centro sportivo o di un teatro  come ne esistono a Pagani, a  Nocera, ad Angri ed in tantissime cittadine a noi vicine. Abbiamo i problemi di tutto il sud, ma la diaspora cavese è di gran lunga superiore alla media della nostra provincia. Fin quando penseremo che il ruolo di Cava è quello di avere ristoranti e pizzerie piene nel fine settimana non faremo nessun passo in avanti.

Quali dovrebbero essere i secondo lei  le direttrici di marcia per assicurare alla nostra città un futuro di crescita e sviluppo?

Verde, Cultura, Ospitalità.

E la società civile può e come giocare un ruolo, anche in politica e nell’amministrazione, per rilanciare la città nel suo insieme?

Occorrerebbe innanzitutto una classe dirigente nuova che sapesse coinvolgere la città e sapesse dare subito segnali di reale cambiamento alcuni dei quali  potrebbero essere: consiglieri comunali a titolo gratuito, proposta di nomi per gli assessorati già in campagna elettorale, profonda riforma dell’organizzazione e della presenza dei vigili urbani, revisione completa del ruolo della Metellia, presenza della macchina comunale nei villaggi. Credo invece che anche la prossima tornata elettorale si svolgerà con gli stessi stantii riti e con il proliferare di liste atte a confondere ed ingabbiare le scelte degli elettori con ricatti affettivi, di legami di parentela, di amicizia, di clientela.

Per finire, torneremo “grandi” o no? Se sì,come?

Mi accontenterei di non diventare sempre più piccoli e sempre più periferici.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

Una risposta a “Cava de’ Tirreni, a colloquio con Carlo Panzella: “Servirebbe una classe dirigente nuova capace di coinvolgere la città dando subito segnali di reale cambiamento””

  1. Carlo è un uomo che vive il presente con un costante sguardo al futuro. Siamo amici di vecchia data. Concordiamo oserei dire su tutto, compreso il suo evidente pessimismo sul futuro della nostra città. E per religioso che io sia, come lui, anch’io non credo ai miracoli !

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