In un precedente articolo, pubblicato il 18 maggio scorso, abbiamo esaminato la recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 11504 del 10 maggio, che ha abolito la centralità del tenore di vita goduto in costanza di matrimonio sulla decisione del giudice in merito all’assegno che il marito deve corrispondere alla moglie divorziata; nel precedente regime i giudici stabilivano l’importo sulla base del tenore di vita matrimoniale; con questa sentenza il tenore di vita non è più influente per la fissazione del “quantum” e la moglie non ha diritto a mantenere lo stesso tenore di vita del matrimonio.
Tale sentenza, quindi, ha rivoluzionato un sistema seguito da circa 30 anni dalla magistratura; ovviamente è prevedibile che da essa scaturiranno tanti processi per il ricalcolo del famoso assegno.
Va chiarito che la sentenza in discorso è applicabile esclusivamente ai casi di divorzio: ecco perché non è applicabile, allo stato, al caso di Berlusconi che dalla moglie risulta solo separato.
Indubbiamente per l’applicazione della sentenza non si può generalizzare giacché va esaminato caso per caso, anche alla luce della realtà matrimoniale costruita durante il rapporto, fino a quando esso non si è pregiudicato portando poi al divorzio.
A tal proposito, domenica 21 maggio scorso, su Radio 24, nel programma “Nessuna è perfetta”, dedicato alle donne, la giornalista Roberta Giordano ne ha parlato anche con la giornalista Cinzia Sasso, moglie dell’ex Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.
Cinzia Sasso è una giornalista professionista che dal 1982 ha lavorato per diverse testate nazionali, tra le quali “La Repubblica”, fino a quando il marito Giuliano Pisapia, non è diventato Sindaco di Milano; in tale occasione ha deciso di abbandonare la professione giornalistica, ma ha continuato a scrivere libri, l’ultimo dei quali, dal titolo “Moglie”, pubblicato da Utet, partecipa alla XI edizione del Premio Comete 2017, organizzato dall’ssociazione “Comunicazione & Territorio”, che è anche la editrice di questo giornale: con questo libro Cinzia Sasso si è schierata a difesa del ruolo professionale della donna durante il matrimonio, senza che venga meno il suo ruolo di moglie e di madre.
Nel corso della trasmissione radiofonica Cinzia Sasso ha fatto alcune considerazioni su taluni aspetti della vita matrimoniale che, interrotta con il divorzio, induce il coniuge “debole”, in prevalenza la moglie, a cercarsi un lavoro se già non l’ha, per superare le indubbie difficoltà economiche alle quali dopo la sentenza va incontro.
Alla luce della sentenza, cosa cambia, se cambia qualcosa, per Cinzia Sasso?
“Tantissime donne sono delle professioniste eccellenti per le cose che fanno; ma questo non c’entra con il ruolo di moglie, che non è un lavoro, ma solo un rapporto di amore e di stima”.
La giornalista la incalza: ma se una moglie lascia il proprio lavoro e si dedica alla famiglia contribuisce alla carriera del marito e al tenore di vita che ne deriva e in tal senso la sentenza potrebbe rivelarsi ingiusta.
“Ma ogni sentenza riguarda casi specifici -risponde Cinzia Sasso- le sentenza della Cassazioni non sono leggi, quindi quella pronuncia, legata al caso specifico dell’ex Ministro Grilli e della sua ex moglie, non può automaticamente venire applicata alla generalità dei casi, anche se tali pronunce cambiano il modo di sentire e anche la cultura di affrontare i problemi. Credo che questa sentenza sia un grande passo avanti perché non vede più la moglie come un’appendice di qualcuno; la sentenza credo che sia molto più moderna e più vicina a quello che credo, spero, sia la società di oggi”.
E per situazioni particolari, specialmente al sud, dove la donna non trova lavoro e si deve accontentare magari di un assegno modesto, potrà trovarsi dinanzi a un giudice che applica la sentenza recente?
“Rovesciamo il problema -replica Cinzia Sacco- pensiamo alle persone, esempio le badanti, che sono delle donne e unico sostentamento della famiglia. Mi auguro che in questa società ci sia anche un uomo che scelga di fare il marito e quindi di stare vicino a una donna e di occuparsi della famiglia: conosciamo donne che hanno grandi carriere e quindi i mariti sono quelli che stanno a casa”.