Roberto Virtuoso, un cavese illuminato che illuminò la città metelliana
Quarant’anni fa la sua prematura e improvvisa scomparsa. Assessore al turismo della regione Campania, rilanciò Borgo Scacciaventi con la precisa volontà di riscoprire la parte vecchia ed abbandonata del corso porticato, avviò il recupero dell’antico borgo di Corpo di Cava, promosse la Festa di Monte Castello…
Quante volte ci chiediamo cosa sarebbe successo se…
Mi sono posto questa domanda, pensando alla scomparsa improvvisa e prematura di Roberto Virtuoso, il 22 marzo 1977, quarant’anni fa.
Quali impulsi, quali intuizioni, quali novità avrebbe saputo suggerire la sua mente, così vivace e creativa? Quali emozioni, quali motivazioni e quali cambiamenti avrebbe potuto determinare con la sua parola competente e convincente? Quanti consensi avrebbe saputo ancora aggregare con la sua personalità, con la sua accattivante capacità di coinvolgimento?
La storia non si fa con i se.
E allora, oggi, mi piace ricordare Roberto Virtuoso, che ho avuto il privilegio di frequentare, unitamente alla sua famiglia, di seguire, di osservare, quando, mi consentì di assistere ai lavori dell’Assessorato e del suo staff per scrivere una pubblicazione per il Formez, o di affiancare, quando, capogruppo al Consiglio regionale, presiedette una sessione del Convegno sul 2° decentramento disegnato dalla Commissione Giannini nel 1975.
Assessore al turismo della regione Campania, nella prima consiliatura delle neo istituite Regioni, fu artefice di un’ampia programmazione regionale del turismo, che, ancora oggi, gli addetti ai lavori ricordano. La sua passione e il suo impegno furono determinanti anche per la scelta dello stemma della Regione, ispirato alle insegne della repubblica marinara di Amalfi.
Si prodigò per tutte le province campane, forte dei saldi legami con il Ministero, circondato da persone entusiaste, accomunate, anche dopo la sua morte, da un profondo, condiviso legame.
Naturalmente, da cavese di Corpo di Cava, dedicò particolare attenzione alla città di Cava de’ Tirreni, attraverso l’Azienda di soggiorno e turismo di Cava, al cui vertice volle l’avv. Enrico Salsano, che -con ottimismo e costante dedizione- attuò i programmi e ne continuò l’opera.
Se oggi nel Borgo Scacciaventi è possibile ammirare edifici ben tenuti, godere della bellezza dei porticati e delle tante attività artigianali e commerciali, di giorno e di notte, dobbiamo ricordare che, dal 1973, l’Azienda di soggiorno sostenne, col pagamento dei canoni di locazione, e favorì, con i finanziamenti regionali, l’insediamento delle attività con la precisa volontà di riscoprire la parte vecchia ed abbandonata del corso.
L’illuminazione delle mura di cinta e il recupero dell’antico borgo di Corpo di Cava furono volute e iniziate da Roberto Virtuoso, spendendo la sua autorevolezza, con schiettezza e, talvolta, divertente sfrontatezza: indimenticabile una serata in cui costrinse Roberto Murolo ad un’esibizione pubblica di canzoni napoletane sulla piazzetta della Badia, con la sola chitarra.
E nella Cattedrale Benedettina cominciarono i concerti con l’orchestra e il coro del Teatro San Carlo, mentre alcune dimore, Villa Cardinale, Villa Taddosio, Palazzo Genoino, Palazzo Talamo ospitarono spettacoli promossi dall’Assessorato regionale al turismo e organizzati dall’Azienda di soggiorno.
Un fervore di iniziative, di presenze importanti, di attrattiva e centralità per la città di Cava.
Anche la festa del Monte Castello, pur tra molti contrasti e tribolazione, subì una decisa evoluzione: da sagra locale ad evento importante, con sapiente regia, con precisa ricostruzione storica, figuranti e specialisti.
Roberto Virtuoso seppe creare intorno a sé un’atmosfera di partecipazione, la condivisione di progetti sognanti che avevano la magia di concretizzarsi, con la fiducia, con il lavoro, con le relazioni, con l’impegno, con la convinzione che la serietà avrebbe avuto ragione degli scetticismi e delle ostilità.
Dove saremmo arrivati se l’on. Virtuoso non ci avesse lasciati così presto?
Difficile dirlo. Certo è che oggi questa città vede e vive il risultato di progetti lucidi, certamente ambiziosi, attuati e proseguiti da tanti, che, a Salerno, come a Napoli e altrove, si sentirono affascinati e coinvolti da un Cavese, innamorato di Cava, colto, intuitivo, concreto, dotato di magnetismo contagioso.