scritto da Luisa Franzese - 02 Marzo 2025 09:46

Oltre la soglia della Scuola: ripensare la Dispersione scolastica esplicita e implicita

E se il problema non fosse solo degli studenti, ma anche del modello scolastico? In un’epoca in cui il digitale permette nuove forme di apprendimento, perché non ripensare la scuola come un hub di esperienze, anziché un luogo di semplice trasmissione del sapere?

La dispersione scolastica è spesso associata all’immagine di studenti che abbandonano fisicamente le aule. Ma cosa succede quando, pur restando in classe, un giovane smette di apprendere in modo significativo? Il fenomeno della dispersione non è solo un problema numerico, ma una questione di qualità educativa e di futuro delle nuove generazioni. In un’epoca in cui il sapere è più accessibile che mai, è paradossale che molti studenti finiscano la scuola senza le competenze necessarie per affrontare il mondo del lavoro e la vita sociale in modo consapevole.
La dispersione esplicita è la forma più visibile: studenti che lasciano la scuola prima del diploma. Questo fenomeno è il risultato di molteplici fattori:
•Crisi di senso: sempre più giovani non vedono nella scuola un ponte verso il futuro, ma un obbligo distante dalle loro aspirazioni.
•Disconnessione tra scuola e realtà: il mondo cambia rapidamente, ma il sistema scolastico fatica a tenere il passo, spesso offrendo metodi e contenuti poco in sintonia con il contesto attuale.
•Difficoltà economiche e sociali: per molte famiglie, il percorso scolastico è un lusso che si scontra con la necessità di un lavoro precoce.
E se il problema non fosse solo degli studenti, ma anche del modello scolastico? In un’epoca in cui il digitale permette nuove forme di apprendimento, perché non ripensare la scuola come un hub di esperienze, anziché un luogo di semplice trasmissione del sapere?
Proposte innovative, sicuramente sono rappresentate da una
-Scuola diffusa e ibrida: superare il concetto di aula tradizionale, integrando esperienze pratiche, stage, laboratori e percorsi personalizzati; da
-Mentorship e coaching: affiancare agli studenti figure di riferimento che li aiutino a trovare una direzione concreta per il loro futuro;
-Apprendimento basato su progetti: rendere la didattica più esperienziale, permettendo agli studenti di lavorare su problemi reali e sviluppare competenze trasversali.
Più subdola della dispersione esplicita, quella implicita riguarda gli studenti che, pur frequentando la scuola, non sviluppano competenze adeguate. Ufficialmente risultano “in regola”, ma nei fatti rischiano di uscire impreparati al mondo esterno.
Le cause della dispersione implicita sono rappresentate da una
-Valutazione superficiale: un sistema che promuove lo studente senza verificarne realmente la preparazione; da una Didattica poco coinvolgente: l’uso esclusivo di lezioni frontali rende difficile stimolare l’interesse e la partecipazione attiva; da una
-Scuola “parcheggio”: per alcuni giovani, la scuola non è un’opportunità di crescita, ma un obbligo da assolvere senza coinvolgimento reale.
Se la scuola fosse progettata per generare esperienze significative, invece che per fornire nozioni standardizzate, il tasso di dispersione implicita diminuirebbe drasticamente.
Innovazioni possibili sono rappresentate da
-Apprendimento personalizzato con AI e tutor digitali: usare l’intelligenza artificiale per creare percorsi educativi su misura, adattando contenuti e metodi ai bisogni individuali;
da una Didattica esperienziale: portare la scuola fuori dalle mura, con esperienze immersive nel mondo del lavoro, della ricerca e della creatività;
-Competenze per la vita: insegnare non solo materie tradizionali, ma anche soft skills, gestione emotiva, educazione finanziaria e imprenditorialità.
La dispersione scolastica, sia esplicita che implicita, è il sintomo di un sistema che deve essere ripensato. In un’era dominata dalla tecnologia e dall’accesso istantaneo alle informazioni, la scuola non può limitarsi a trasferire nozioni: deve diventare un ecosistema di crescita, innovazione e scoperta.
Non si tratta solo di evitare che gli studenti abbandonino fisicamente le aule, ma di garantire che, quando escono, siano davvero pronti per il futuro. La scuola del domani deve essere fluida, inclusiva e centrata sull’individuo. Il cambiamento non è un’opzione: è una necessità.
Laureata in Giurisprudenza, Avvocato,

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