10In un precedente articolo pubblicato qualche giorno fa ho elencato alcune ragioni in base alle quali ho cambiato opinione in merito alla votazione per il Referendum confermativo del taglio dei parlamentari, che si terrà il 20 e 21 settembre prossimi.
Ad alcune motivazioni politiche si sono aggiunte motivazioni tecniche che Carlo Cottarelli ha evidenziato in una intervista rilasciata a Repubblica il 5 settembre scorso.
Successivamente ho avuto occasione di leggere anche una intervista rilasciata da Padre Bartolomeo Sorge, ex direttore di Civiltà Cattolica e Aggiornamenti Sociali, gesuita teologo, che è sempre stato impegnato prevalentemente su problematiche sociali, viste da un cattolico-cristiano, che collimano in parte con le ragioni tecniche espresse da Cottarelli, discostandosene per approfondire la problematica dal punto di vista etico, sociale, politico e anche religioso.
Intervista a tutto campo quella rilasciata da Padre Sorge, partendo dalla questione dei migranti, e dall’annunciato editto che il Governatore siciliano Musumeci avrebbe voluto emanare per svuotare i centri di accoglienza della eccedenza di migranti sbarcati nell’isola, poi bloccato dal Governo, e da una lettera che un Parroco siciliano aveva indirizzato ai suoi parrocchiani per invitarli a rispettare le esigenze dei migranti, aderendo agli inviti di Papa Francesco di non adeguarsi alla “cultura dello scarto”, tirando in ballo, ovviamente, anche i tanto contestati decreti Salvini, sui quali già il Presidente Mattarella aveva espresso le sue riserve, poi bocciati dalla Corte Costituzionale, che andrebbero ritirati o almeno modificati (cosa che l’attuale governo non accenna a fare), è stato sollecitato ad esprimere il proprio parere anche in merito al Referendum i metà settembre.
Quando l’intervistatore l’ha pungolato sul prossimo referendum, Padre Sorge è stato chiaro, dicendo “Questo referendum è nato male a finirà male. Se non si verificano le condizioni che il PD ha posto per votare Si, cioè senza una nuova legge elettorale, e senza porre rimedio agli squilibri costituzionali che il Si necessariamente produce, diventa un dovere morale votare No. Di per se la riduzione dei parlamentari può essere anche utile, ma solo nel contesto di una riforma costituzionale più ampia. Oramai, però, non c’è più tempo per farla. E dato che è in pericolo la stessa democrazia rappresentativa, ritengo un grave dovere morale andare a votare e votare No”.
Più chiari di così?
Ma lo cosa non finisce qui.
E a chiarire bene le perplessità che spingono ancora di più ad optare per il NO è stato il “cerchiobottismo” di Luciano Violante durante la riunione della Direzione del PD che sembra aver espresso il suo assenso a votare Si, forzando buona parte dei dirigenti contrari che hanno aderito al risultato per non sfiduciare il Segretario Zingaretti il quale, sin dai tempi della formazione dell’attuale governo, si era impegnato con i grillini in tal senso: un ripensamento all’ultimo momento avrebbe potuto costituire un indebolimento dello stesso in questa fase tanto delicata anche in conseguenza della pandemia; e in soccorso è intervenuto Luciano Violante, ex Presidente della Camera dei deputati, il quale ha ipotizzato che siano i cittadini, con una petizione popolare, e chiedere che vengano fatte le riforme indispensabili alla buona governabilità del paese, sottraendo a pochi, grillini in testa, le conseguenze devastanti derivanti da questa riforma.
Il che sta a significare, fino a prova contraria, che nemmeno il PD crede che il M5S rispetti gli impegni di avviare, immediatamente dopo il referendum, tali riforme, come lo stesso si è impegnato a fare.
Insomma, se il cittadino non riuscirà a raccogliere le firme per avviare un iter legislativo in tal senso, le cose rimarranno lettera morta e avremo consegnato le nostre istituzioni parlamentari, sovrane, alla Casaleggio & Co., che, da una posizione defilata, controllerà il parlamento “sovrano”; e se pure ci riuscirà, la nuova legge subirà la ghigliottina del parlamento controllato dagli attuali partiti, prima fra tutti il M5S.
D’altra parte è stato lo stesso M5S, tramite un suo sprovveduto portavoce, ad esplicitare l’occulto scopo di tale riforma: avere il controllo assoluto sul parlamento, sottraendolo alla sovranità del popolo.
Questo è un ulteriore motivo per votare NO.