scritto da Pasquale Petrillo - 17 Ottobre 2015 09:42

La lezione politica di Paolo Siani

Le lezioni nella vita vengono spesso da chi meno te lo aspetti, non perché non ne siano culturalmente ed eticamente capaci, ma semplicemente perché provengono da persone estranee al mondo cui viene impartito l’insegnamento.

E’ quello che avvenuto poche ore fa a Napoli dove il Pd, disperatamente alla ricerca di una personalità della società civile al di sopra di ogni dubbio e sospetto da candidare a sindaco, ha avuto non solo il rifiuto dell’interessato ma anche, come dicevamo, una lezione di politica e, come si diceva una volta, di educazione civica.

Stiamo parlando in una bella persona come Paolo Siani -fratello di Giancarlo, il giovane cronista de Il Mattino barbaramente ucciso dalla camorra trent’anni fa- un professionista apprezzato e uomo impegnato nel sociale con grande signorilità e sobrietà. Paolo Siani ha ringraziato il Pd, motivando il suo rifiuto con il desiderio di voler continuare ad impegnarsi a tempo pieno nella sua professione di medico pediatra e, nello stesso tempo, sul versante della legalità, con le iniziative per tenere vivo il ricordo delle vittime innocenti della criminalità. Poi è arrivata, con umiltà ma con estrema chiarezza, l’inaspettata lezione di politica: «Sono consapevole di non avere le caratteristiche per un incarico così importante, per governare la complicatissima macchina amministrativa della città… Non basta essere una persona perbene per essere anche un buon sindaco».

In un mondo di apparenze e di egotismo, malato di protagonismi e velleitarismi, predominato dal vacuo e dall’effimero, Paolo Siani è forse una splendida eccezione, una rara avis,  ma, nel contempo, rappresenta anche una speranza, e che cioè ci sia tuttora diritto di cittadinanza per quanti, anche se minoranza, hanno ancora il senso della misura e delle proporzioni.

La lezione di Siani, sia chiaro, non vale solo per il Pd napoletano, ma per la politica nel suo insieme, sempre com’è alla ricerca di una bella faccia, di una persona onesta e affermata, di un nome spendibile per catturare consensi e vincere l’elezione di turno. E purtroppo poi vengono i guai, non solo perché una volta vinte le elezioni non sempre il bel nome è capace anche di governare una città, ma se lo è, si ritrova comunque con una classe politica scadente e raccogliticcia.

Questo avviene ovunque, a Napoli così come a Roma. Tutti ad affannarsi per trovare il nome buono da candidare a sindaco, ma nessuna attenzione non solo ai programmi e più ancora alla qualità della  squadra di assessori e consiglieri comunali da affiancare al primo cittadino.

La lezione di Siani, però, vale anche per la società civile,  la quale spesso più che buoni politici partorisce mostri e mostriciattoli,  se non pericolosi e improvvidi neofiti della politica, improvvisatori istituzionali con tanto di curriculum professionale, catapultati senza rete, direttamente dai loro studi ovattati o dalle loro aziende di successo, a gestire la cosa pubblica.

La lezione di Siani, infine, vale anche per i semplici elettori, troppo spesso abbagliati dall’esteriorità, che si lasciano infinocchiare dalla favella fluida e generosa, anche nelle promesse. Forse, se si ponesse maggiore attenzione alla semplicità piuttosto che alla vanagloria, alla sostanza più che alla parvenza, alla concretezza più che alle lusinghe fantasiose, alla fine un po’ di classe politica di maggior spessore si riuscirebbe pure a tirarla fuori.

Così, purtroppo, non è e c’è da credere che difficilmente sarà diverso in futuro, anzi.

Proprio per questo, in ogni caso, teniamoci e coltiviamo come un seme prezioso la lezione di Paolo Siani, con l’auspicio che dia dei frutti, magari anche modesti, e di non doverla solo incorniciare come una cosa bella da ricordare.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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