LA FINESTRA SUL CORTILE Ecco come ti arresto un assessore con le fake news
Stamani ho avuto modo di apprezzare sui social un video assai gradevole incentrato sulla nostra città, Cava de’ Tirreni. Le immagini propongono i panorami e gli scorci più significativi della nostra cittadina, immersa nella luce e nel verde. Insomma, una piacevole carrellata di immagini di posti per noi cavesi familiari e quindi cari.
Verrebbe da dire, vista da lontana, com’è bella la nostra città. Viene anche da dire, però, ad onor del vero, di quanto siano utili i social nel diffondere informazioni e contenuti così interessanti e meritevoli di attenzione e finanche di plauso. In altre parole, i social come una grande piazza della libertà, così come definiti da personalità ben più autorevoli di chi scrive queste considerazioni.
Peccato, però, che la nostra città nel suo tran tran quotidiano non sia così idilliaca come appare nel filmato appena citato, anzi. E i social, purtroppo, il più delle volte si rivelano essere una fogna mediatica, un verminaio dove trovano la loro sublimazione le più nefande e infime pulsioni umane.
Un esempio di ciò, ma è solo l’ultimo episodio in ordine di tempo, è quello avvenuto ieri, quando è stata diffusa una falsa notizia, ora le chiamano fake news, dell’arresto di un assessore comunale. In politica, da sempre, vale la legge del discredito dell’avversario, della menzogna, della disinformazione. In altre parole, quanto la politica -e ciò che la circonda, compresa l’informazione- sia spesso torbida e inquietante non è che lo si scopre adesso con i social.
Solo che oggi, con i social, le falsità si diffondono quasi alla velocità della luce e in ogni dove. E la grande piazza della libertà, di cui dicevamo prima, si trasforma in gogna, in vomitatoio, e come scrive un maestro di giornalismo qual è Ferruccio de Bortoli, in “un magma vociante e indistinto… di umori e sentimenti… che induce a individuare con facilità capri espiatori e a credere a qualsivoglia complotto… scolmatore di umori… discarica disordinata di sentimenti sparsi in cui l’ebbrezza della libertà -a volte del tutto apparente- schiaccia la virtù della moderazione e il senso delle regole” (Poteri forti o quasi, La nave di Teseo editore).
Ieri, sulla bufala dell’arresto si è letto e anche sentito di tutto, lasciando intravedere, ma soprattutto auspicando, nel presente e nel futuro, indagini della Dia, voto di scambio, camorra, malaffare a tutto spiano, retate di politici malviventi, marciume a go go a Palazzo di Città. Uno scenario apocalittico di corruzione e di degrado.
Sia chiaro, nessuno crede di vivere nel Paese dei balocchi e nemmeno di essere circondati da santi e magari da politici benefattori. Prima però di tranciare giudizi e gettare fango, forse è preferibile aspettare fatti concreti e reali. E più che auspicare di aprire il mitico vaso di Pandora, è preferibile confidare con serenità nel lavoro di magistratura e polizia giudiziaria, posto a garanzia di tutti.
In conclusione, nessuno può foderarsi gli occhi di prosciutto per non vedere eventuali malefatte, ma neanche farsi prendere dalla fregola di infamare a buon mercato e a tutti i costi.
Non fosse altro perché quando si getta merda nel ventilatore qualche schizzo comunque ti arriva addosso. (foto Angelo Tortorella)
2 giugno 2017 – By Nino Maiorino – Che la città sia bella è vero. Sono i cittadini che lasciano a desiderare, in tanti sensi.