I risultati che vengono fuori dalle urne da queste elezioni comunali non si distaccano, nelle grandi linee, da quelle che erano le più ragionate previsioni della vigilia.
Enzo Servalli, com’era largamente pronosticato, è il primo dei candidati a sindaco e va al ballottaggio dove sfiderà per la vittoria finale l’attuale sindaco Marco Galdi, che si è piazzato secondo, ma ha anche messo in luce una forte capacità di recupero e una consistenza elettorale che i più davano ormai per svanita.
Non c’è stata la sorpresa di Armando Lamberti, il quale però ha ottenuto un risultato più che lusinghiero.
Ci sarà l’occasione per approfondire l’analisi di questo voto, tuttavia, una cosa sembra già emergere con chiarezza, vale a dire che i cavesi sono migliori della classe politica che li rappresenta.
Gli elettori sono stati capaci, contrariamente a quanto non ha saputo fare la politica cittadina, di compiere una sintesi politica intelligente e ragionata. A ben vedere, nonostante la presenza di dieci candidati a sindaco, i cavesi hanno concentrato il loro voto per l’80% su quattro di essi, e per oltre il 50% addirittura su due, mentre gli altri candidati hanno ottenuto davvero le briciole, con una dispersione di voti davvero irrilevante considerato il numero eccessivo e spropositato di candidati in lizza sia da sindaco che da consiglieri.
Altro dato significativo è che sia Galdi che Servalli sono riusciti a rappresentare il loro schieramento politico di riferimento: uno il centrodestra e l’altro il centrosinistra . E questo nonostante la presenza di una destra agguerrita con Aliberti e di un centro inedito e variegato rappresentato da Lamberti, che ha saputo pescare, quest’ultimo, elettoralmente abbastanza bene in entrambi gli schieramenti. Insomma, da un punto di vista politico, i cavesi hanno preferito gli originali e non le imitazioni, ma neanche gli eccessi identitari, soprattutto a sinistra.
L’ultima considerazione riguarda il Movimento 5 Stelle che nella nostra città ha miseramente fallito l’appuntamento con il voto locale, dimostrando di non aver attecchito sul territorio metelliano. E’ evidente che le lotte intestine hanno avuto il loro peso, ma entrambi i gruppi in contrasto hanno mostrato di non essere all’altezza da un punto di vista della maturità e dell’azione politica, ma anche in termini di immagine e comunicazione. Un disastro ed una inadeguatezza evidente, palesata a più riprese negli ultimi due anni, che non è stata minimamente colmata o almeno affrontata dai livelli sovra-comunali del Movimento. Il risultato elettorale insignificante e mortificante ottenuto dai pentastellati metelliani era, tutto sommato, abbastanza atteso se non scontato, ma questo non attenua la disfatta clamorosa cui si è assistito. In conclusione, per i cinquestelle metelliani è tempo di cospargersi la testa di cenere e ripartire da zero e con altri uomini se vogliono davvero contare politicamente qualcosa in città nel prossimo futuro.