Ognuno, secondo la Costituzione, è libero di esprimere il proprio pensiero, incensurabile se rispetta le norme del codice penale e la libertà altrui.
Ovviamente a tale libertà non si sottraggono i giornali e tutti gli altri organismi che, anche attraverso la rete internet, danno notizie e fanno commenti.
La libertà di stampa è uno dei pilastri della democrazia, senza di essa la democrazia probabilmente non esisterebbe oppure sarebbe molto limitata, e specialmente coloro che attraverso la stampa e i media esprimono le proprie opinioni sono i primi sostenitori di questo democratico diritto di opinione e critica.
Ovviamente, chi fa giornalismo, oltre a dare notizie, che prima di essere divulgate debbono essere attentamente verificate, è anche tenuto alla massima obbiettività.
Il giornalista ha una doppia responsabilità, quella di informare, ma anche di “formare” il pubblico che legge per farlo crescere e renderlo maturo: è come un docente costantemente impegnato a istruire i propri allievi.
Ci sono anche giornalisti che dissacrano tutto e tutti, ma questi fanno parte di una categoria professionale a parte, che spesso ha il solo scopo di far divertire i lettori o provocare le Istituzioni: come il livornese “Vernacoliere”, oppure il romano “Dagospia”.
Da circa un anno c’è un quotidiano partenopeo “Il Riformista”, che sembra un miscuglio di notizie e provocazioni, ma non è facile stabilirne un confine giacché non fa comprendere a cosa miri; sebbene si fregi della missione “Questo giornale si ispira solo a tre idee: l’idea riformista, l’idea libertaria e l’idea garantista. Dentro questo recinto c’è spazio per chiunque voglia ragionare e lavorare per la modernità, senza ideologie, senza fondamentalismi, senza sovranismi: informazione e battaglia delle idee e tra le idee”, non è facile stargli dietro.
Qualche giorno fa, a proposito delle migliaia di decessi avvenuti nelle Case di riposo e Rsa lombarde, le residenze per anziani che hanno registrato la più alta percentuale di morti per coronavirus, alla notizia che la Procura della Repubblica milanese aveva avviato una indagine per scoprire se c’erano responsabilità e da parte di chi, il Riformista se n’è uscito con un articolo “Maxi perquisizione al Trivulzio, Pm con la smania di manette”, il che mi sembra una colossale baggianata in quanto quello che è capitato nel Pio Albergo Trivulzio e in tante altre Case di Riposo o Residenze Sanitarie Assistenziali per anziani evidenzia palesi e gravi responsabilità, sia da parte della Regione Lombardia, che sembra essersi voluta sbarazzare di anziani infettati dal virus per non ricoverarli in ospedale, sia da parte delle strutture di accoglienza che non sembra abbiano opposto alcuna resistenza a tali trasferimenti; in entrambi i casi, visto ciò che è capitato, scattano i rigori delle norme penali ai danni dei responsabili.
Ovviamente non si può, aprioristicamente, attribuire alcuna responsabilità, e sembra ovvio che la Magistratura inquirente faccia indagini; quello che però sembra stravagante è che un giornale accusi aprioristicamente i Magistrati di fare indagini e di essere smaniosi di far scattare le manette: a parte la considerazione che per reati di questo tipo non c’è obbligo di manette immediate, è l’accusa di “smania” che dà fastidio, come se i Magistrati, oltre ad essere sadici e accaniti persecutori, non avessero altro da fare che andare a cercare un capro espiatorio qualsiasi e, come sparvieri, si lanciassero su qualsiasi argomento per trovare un poco di lavoro.