Dietro l’angolo non c’è il fascismo, ma un campo sterminato di loglio e rovi
Non sappiamo a voi, ma a noi questo governo gialloverde è venuto a noia. Non passa giorno che i due alleati di governo non si becchino tra di loro peggio dei polli di Renzo, dicendo l’uno il contrario dell’altro. Sì, è vero, questo gioco al massacro vede protagonisti soprattutto i cinque stelle, alla ricerca come sono di un certo recupero elettorale nei confronti della Lega. Ciò non toglie che queste diatribe, a prescindere da chi è più polemico e controcorrente, irritano e ormai hanno stufato larga parte dell’opinione pubblica, compresa quella componente consistente che, stante ai sondaggi, voterebbe uno dei due partiti di questa singolare maggioranza.
Ultimi motivi di contesa sono il decreto bis sulla sicurezza e il conflitto di interessi. C’è da immaginare però che, in queste due settimane che ci separano dal voto europeo, ci saranno di sicuro altri motivi di contrasto e polemiche.
Non ci resta, facciamocene una ragione, che tener duro e portare pazienza ancora per pochi giorni. Poi, almeno questo è l’auspicio, questo governo bipolare, nel senso più patologico del termine, finalmente arriverà al capolinea.
Cosa accadrà dopo sarà difficile prevederlo. L’ipotesi più nefasta è che ci sia una riedizione di un simile governo. Eventualità, quest’ultima, che metterebbe a dura prova la stabilità mentale degli italiani, prima ancora dei mercati finanziari, dell’Unione Europa e delle relazioni estere.
Detto questo, però, non si può non evidenziare come, sempre stando agli ultimi sondaggi elettorali disponibili, Lega e M5S superino insieme e largamente il cinquanta per cento dei consensi. E questo, nonostante tutto il pessimo teatrino quotidianamente propinato agli italiani. Un simile dato, se sarà confermato dal voto reale che esprimeremo il prossimo 26 maggio, non può che far riflettere. C’è da dire, anzi, che a riflettere dovrebbero essere soprattutto le opposizioni, in primo luogo, Pd e Forza Italia, ovvero il terzo e quarto partito in quanto a consensi, i cui voti, se sommati, rischiano di essere addirittura minori di quelli ottenuti dalla sola Lega. Una enormità, se questo si verificherà per davvero. E ancora: i voti sommati sempre di Pd e Forza Italia potrebbero alla fine rappresentare grosso modo la metà di quelli messi insieme da Lega e M5S.
Tutto questo dovrebbe indurre, e ripetiamo che ciò vale soprattutto per Pd e Forza Italia, a riconsiderare le posizioni politiche, i programmi, le priorità. Insomma, queste due forze politiche dovrebbero farsi il loro esamino di coscienza e capire un po’ in più dove stanno sbagliando, in cosa gli italiani non li seguono e non li ritengono credibili.
Molto probabilmente, e questo vale soprattutto per il Pd, basterebbe essere meno sordi e mettersi un po’ più in sintonia con i timori degli italiani sui temi della sicurezza, ascoltarli con più disponibilità alla comprensione sulla questione dell’immigrazione clandestina. E anche risultare più sinceri e credibili -senza per questo tradire i valori e i principi ispiratori dell’Unione Europea- nel mostrare maggiore patriottismo e soprattutto più tenacia nella difesa degli interessi italiani in un’Europa dove l’egoismo nazionale prevale e non solo per colpa degli Orban di turno, ma anche di tedeschi e francesi.
Ecco, come dicevamo prima, forse basterebbe già solo questo per ottenere più consensi e attenzione da parte dell’elettorato. E i risultati elettorali sarebbero assai più pingui e soddisfacenti se ci fosse maggiore sensibilità su altri nervi scoperti degli italiani, quali la lotta alla corruzione, il contrasto agli sprechi di danaro pubblico e ai privilegi della politica e non solo, una più e concreta attenzione nel dare un presente dignitoso e un futuro di stabilità ai nostri giovani, ma anche una maggiore equità fiscale e più giustizia sociale, infine, più equilibrio territoriale riportando al centro dell’agenda politica la questione meridionale.
Il Bel Paese, mai come adesso, sta vivendo una profonda spaccatura politica generata da troppe fratture, sociali, economiche, territoriali, generazionali. E troppe sono le paure, alcune eccessive di sicuro, ma certamente nessuna di essa appare essere del tutto priva di fondamento. Siamo convinti, tuttavia, che questo nostro Paese non è diventato affatto xenofobo e razzista, e meno che mai ritornato fascista.
Anzi, proprio per questo, il fascismo è preferibile farlo restare imprigionato nei libri di storia ed evitare di rinverdirlo politicamente tirandolo in ballo a sproposito. Non fosse altro perché rappresenta ancora un ideale politico per una minuscola e insignificante percentuale di italiani, i quali vanno lasciati al loro destino fintantoché non vanno oltre la decenza e il seminato della legalità e della democrazia. E combattere a viso aperto la diffusione delle idee contigue al fascismo con la cultura e la testimonianza civile e politica improntata alla rettitudine, alla correttezza e alla solidarietà vera e non pelosa.
La verità è che se gli italiani hanno per davvero delle nostalgie, una di questa è certamente per gli anni del boom economico dei due decenni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. L’epoca in cui scoprivano la Vespa e la Cinquecento, la televisione e la lavatrice. Gli anni in cui il lavoro abbondava, ci si arricchiva e si comprava casa a buon mercato. Era l’Italia che lavorava e cresceva e che guardava al futuro con speranza e senza paure.
L’altra nostalgia è per molti rappresentata dagli anni Ottanta, quelli di Craxi, della Milano da bere, in parte dell’illusione di una nuova crescita economica, ma di sicuro di una vivacità e di una gioia di vivere dopo gli anni bui del decennio precedente, costellato da stragi, dalla lotta armata, da attentati e sequestri del terrorismo politico culminati con tragedia della morte di Aldo Moro.
Un altro mondo, insomma.
Tornando ai nostri giorni, agli affanni che stiamo vivendo, c’è da osservare che se la politica non imparerà ad ascoltare e a ridurre le fratture e le distanze che ci dividono, allora il rischio è quello di estremizzare le questioni e con esso far lievitare ancor più gli egoismi, i rancori, le invidie, i sentimenti di rivalsa.
E dietro l’angolo rischiamo di trovare ancora più di oggi un campo sterminato di loglio, ma anche di rovi con troppe spine.