“Eppur si muove”, mormorò il nostro Galileo Galilei dopo aver sconfessato, per paura della morte, la teoria della terra che ruotava intorno al sole per evitare che la “santa” Inquisizione lo condannasse di eresia e lo bruciasse sul rogo; un pavido? certamente, ma di fronte alla forza bruta la ragione non vale.
E’ con tale frase che voglio iniziare questa riflessione sullo scambio di lettere avvento negli ultimi giorni tra la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il nostro Primo Ministro.
In verità, a mio avviso non è che le due “Signore” alla testa di due importantissimi organismi dell’UE dal novembre scorso, Cristina Lagarde e Ursula von der Leyen, abbiano finora meritato molta fiducia, considerato le gaffe, per non chiamarle altrimenti, fatte da entrambe appena divenute operative.
Della prima non possiamo dimenticare l’incredibile presa di posizione, prevalentemente contro il nostro paese, allorquando disse “qui non siamo per ridurre lo spread”, frase che presa in se stessa, non ha molto senso, ma nel contesto generale è di una gravità eccezionale perché non solo non aiuta i paesi nei quali lo spread è elevato, ma mette anche in cattiva luce l’altra “Signora” della politica dell’Eurozona, Angela Merkel, la quale già fatica ad essere accettata da tanti paesi membri per la banale considerazione che questo benedetto spread è proprio un indice che confronta la “virtuosa” Germania con i paesi meno virtuosi.
Virtuosismo che, andando ad approfondire, lo è fino ad un certo punto: indubbiamente la Germania può vantare molti meriti, ma non dobbiamo dimenticare i colossali aiuti che tutto il mondo le ha dato nel dopoguerra, dagli Usa all’ultimo paese dell’Europa.
Non va dimenticato che lo sconquasso dell’Europa è stato generato dalla seconda guerra mondiale, provocata proprio da quel paese grazie alla follia del suo Fuhrer che, nonostante sia stato poi disconosciuto dai tedeschi, comunque venne totalmente supportato dal popolo nelle sue folli imprese; recentemente Putin ha minacciato di chiedere il risarcimento di circa 400.miliardi di Euro alla Germania proprio per i danni arrecati alla Unione Sovietica dalla invasione della Wermacht; e se i danni all’URSS sono così valutati, quanti sono quelli provocati all’intero mondo?
Ma dopo le “gaffe” della Lagarde non è stata da meno Ursula von der Leyen la quale, nella sua posizione di Presidente del governo europeo, avrebbe dovuto fare qualche passo più incisivo allorquando, due settimane or sono, si avviò il confronto sui Corona-bond: invece assunse una posizione pilatesca, e questo, in una situazione tanto drammatica, non va bene.
Comunque sembra che oggi qualcosa stia cambiando, prova ne sia la lettera che proprio Ursula von der Leyen ha indirizzato al nostro Premier, che fu il promotore di quella proposta, lettera con la quale in pratica fa macchina indietro, concedendo una buona apertura all’avvio di un costruttivo confronto.
Vediamo cos’ha scritto Ursula von der Leyen al nostro Premier Conte il 2 aprile scorso, che può tranquillamente introdursi con la parafrasi “Scusateci, ora la Ue è con voi”: meglio tardi…
Questo è il testo della lettera, opportunamente sintetizzato, pubblicata su “La Repubblica” il 1° aprile scorso.
“ …il Paese colpito più duramente, l’Italia, è diventato anche la più grande fonte di ispirazione per noi tutti. …Gli italiani stanno dimostrando la loro solidarietà reciproca nella quotidianità con migliaia di piccoli gesti – allo stesso tempo discreti ed eroici. …Oggi l’Europa si sta mobilitando al fianco dell’Italia. Purtroppo non è stato sempre così. … in troppi hanno pensato solo ai problemi di casa propria. …È stato un comportamento dannoso e che poteva (doveva – ndr) essere evitato. …Nel frattempo però l’Europa ha cambiato passo. Nell’ultimo mese, la Commissione europea non ha lasciato nulla di intentato per aiutare l’Italia…”
E prosegue: “Ieri la Commissione europea ha annunciato una nuova iniziativa economica, una “cassa integrazione europea”. In questo momento, milioni di italiani non hanno la possibilità di lavorare – ma non per questo possono smettere di pagare le bollette o di fare la spesa. …Migliaia di aziende forti e in salute si trovano in difficoltà a causa del coronavirus. Hanno bisogno di un sostegno per superare la crisi attuale: l’Europa sta intervenendo in loro aiuto. … stanzierà fino a cento miliardi di euro in favore dei Paesi colpiti più duramente, a partire dall’Italia, …grazie a prestiti garantiti da tutti gli Stati membri …Allo stesso tempo, la Banca europea di investimenti sta aiutando le imprese europee – in particolare le piccole e medie – a trovare i finanziamenti di cui hanno bisogno in questa situazione di emergenza. Questa crisi è una prova per l’Europa. E non possiamo permetterci di fallire…”.
Un riconoscimento tardivo ma importante, vogliamo sperare che non sia il classico “pesce di aprile”, lo scopriremo tra qualche giorno.
La risposta del nostro Premier non si è fatta attendere, ed è una conferma di quanto Giuseppe Conte sia maturato, dopo essersi liberato dei due orpelli che lo avevano tenuto ingabbiato, il primo, dannoso, Salvini, che è stato cacciato via non con buone maniere ma in malo modo, l’altro, Di Maio, che, pure se è il Ministro per gli affari esteri, ormai è messo in un cantuccio e fa solo qualche timida e impacciata apparizione.
Ecco ora, opportunamente sintetizzata, la lettera del 3 aprile con la quale Conte ha risposto a Ursula von der Leyen, pubblicata sul sito del Governo e su “La Repubblica”.
“Cara Ursula, ho apprezzato il sentimento di vicinanza e condivisione che ha ispirato le parole con cui ieri, … ti sei rivolta alla nostra comunità nazionale… Le tue parole sono la prova che la determinazione degli italiani ha scosso le coscienze di tutti… ponendo la riflessione oggi più urgente: cosa è disposta a fare l’Europa non per l’Italia, ma per se stessa. …Non abbiamo scelta, la sfida è questa: siamo chiamati a compiere un salto di qualità che ci qualifichi come “unione” da un punto di vista politico e sociale, prima ancora che economico. …Deve essere la solidarietà l’inchiostro con cui scrivere questa pagina di storia…Accogliamo con favore la proposta della Commissione europea di sostenere, attraverso il piano “Sure” da 100 miliardi di euro, i costi che i governi nazionali affronteranno per finanziare il reddito di quanti si trovano temporaneamente senza lavoro in questa fase difficile. …Ma …occorre andare oltre. …A questo proposito, nei giorni scorsi ho lanciato la proposta …di strumenti innovativi come gli European Recovery Bond: dei titoli di Stato europei che siano utili a finanziare gli sforzi straordinari che l’Europa dovrà mettere in campo per ricostruire il suo tessuto sociale ed economico. …Questi titoli non sono in alcun modo volti a condividere il debito che ognuno dei nostri Paesi ha ereditato dal passato, e nemmeno a far sì che i cittadini di alcuni Paesi abbiano a pagare anche un solo euro per il debito futuro di altri.”
E conclude: “Le decisioni che prendiamo oggi verranno ricordate per anni. Daranno forma all’Europa di domani, …potremo ricordare il 2020 non come l’anno del fallimento del sogno europeo ma della sua rinascita.”
Nobile messaggio quello del nostro Premier, all’altezza di uno statista di prim’ordine, degno di competere a testa alta con i big europei.