Ci avviamo verso un nuovo lockdown?
Diciamoci la verità, anche se sgradevole; lentamente, forse troppo, ci stiamo avvicinando ad un nuovo lockdown totale, e a questo punto prima verrà e meglio sarà, per la pace di tutti.
Pure se il Premier Conte dispensa miele a più non posso, richiamandosi principalmente al senso di responsabilità individuale che, se fosse stato rispettato, avrebbe portato indubbi benefici collettivi, sembra che ormai, per come sta andando la situazione dei contagi in Italia, e anche altrove, un nuovo lockdown totale sia inevitabile e sarebbe stato già deciso.
Probabilmente Conte, che è una persona diplomatica ed equilibrata, sta portando gli italiani gradualmente a convincersi che, senza una nuova chiusura, il paese non potrà venire fuori da questa situazione, in maniera che, quando sarà il momento, agli italiani sembrerà una liberazione delle paure e incertezze che li stanno attanagliando. E che li fanno essere tutti legati ai continui “bollettini di guerra” che tutte le reti Tv trasmettono senza sosta, e pure la carta stampata non è da meno. L’unica differenza è che il giornale lo compri oggi, poi domani, le Tv ti bombardano continuamente.
Poi ci si mettono anche i vari esperti e super esperti, che con le loro divergenti opinioni aggravano la situazione, portando i cittadini ad essere sempre più frastornati dalle loro confliggenti dichiarazioni.
A tutto questo si aggiunge una bella fetta di “negazionisti”, molto di moda in questo periodo, che trovano alimento non solo nei pareri di tanti pseudo esperti, ma anche nell’atteggiamento di tanti leader, come Trump, che con i loro comportamenti certamente non fanno il bene delle popolazioni.
La verità è che ormai non se ne può più, quindi che arrivi una buona volta la chiusura, così staremo più tranquilli come nella primavera scorsa.
D’altronde, un poco alla volta stiamo arrivando al lockdown totale, passo-passo già molte attività sono state limitate, molti orari sono stati ridotti, sono stati introdotti territoriali divieti di spostamenti (in Campania tra provincie), è stata disposta la chiusura dei market nei fine settimana.
E fa riflettere la già ventilata ipotesi di una nuova chiusura generalizzata limitatamente alle festività natalizie e di fine anno, cosa incomprensibile alla luce della logica.
A meno che non sia legata alla chiusura, in quel periodo, delle scuole, il che fa apparire tale decisione come un contentino al Ministro Azzolina che si sta battendo per non chiuderle: ma fino quando potrà averla vinta non si capisce.
E se ci fosse non si comprende cosa succederebbe il 7 gennaio prossimo, data presunta della riapertura delle scuole: continuerebbe la chiusura totale, rimarrebbe escludendo le scuole, o cos’altro?
Certamente la decisione di un nuovo lockdown non è facile da prendere: sull’economia, già in pesante crisi, avrebbe un impatto devastante, che a catena si ripercuoterebbe su tutto il sistema, compreso quello finanziario: lo Stato incasserebbe meno tributi, ma in presenza di spese in costante aumento sarebbe costretto a spalmare il minore introito sulla fiscalità generale, e, per non illuderci troppo, sulla categorie che già le tasse le pagano e non possono evaderle, come una buona fetta di imprenditori fa, e quindi pagherebbero di più i soliti, cioè titolari di reddito fisso, dipendenti, pensionati e simili.
A tal proposito è comprensibile l’ostracismo che le aziende fanno verso un nuovo confinamento, per molte delle quali potrebbe significare il tracollo definitivo, nuove chiusure, ulteriore disoccupazione, tragedie familiari e sociali inimmaginabili.
Ed è anche facilmente prevedibile l’aumento del lavoro nero, il che penalizzerebbe ancora di più l’economia perché chi lavora in nero truffa più volte lo Stato, prima perché incassa senza oneri fiscali, poi perché fa aumentare l’esborso del reddito di cittadinanza il quale, come già ampiamente dimostrato da quando è stato introdotto, viene percepito anche da tantissimi che lavorano in nero.
Concludendo, In tutta onestà siamo tutti stanchi di questa altalena, per cui se chiusura di deve essere, che ben venga, senza pensare ai pannicelli caldi di farlo per due settimane e poi riaprire: si tratterebbe di una ulteriore crudeltà, come morire di morte lenta, soffrendo tra l’altro le pene di una lunga malattia.
E allora Conte non esiti ancora, se chiusura deve essere che chiusura sia, e non se ne parli più.