La valle metelliana ha scelto il suo nuovo sindaco. E’ Vincenzo Servalli, leader del Pd cavese da qualche anno, che ha battuto in modo chiaro ed inequivocabile il sindaco uscente di centrodestra Marco Galdi.
Per la prima volta, la conservatrice Cava de’ Tirreni ha un sindaco socialista. Per la precisione, un socialista liberale, essendo cresciuto, il nuovo sindaco, in modo convinto e ammirato con gli ideali del socialismo liberale e riformista non marxista di Carlo Rosselli, assassinato per mano fascista in Francia nel 1937.
Questa di Servalli, è una connotazione politico-culturale molto significativa ed importante in una stagione della politica priva di radici ideali. Insomma, il nuovo sindaco cavese ha una precisa identità, una sua cifra, che auspichiamo non venga traviata da una poltrona, come quella di primo cittadino, che ha fatto quasi sempre dei brutti scherzi a chi ha avuto l’onore e l’onore di sederci.
Ad ogni modo, Servalli ha davanti a se un compito non agevole. Non è stato mai facile governare una città come Cava, ma di questi tempi lo è ancora di più. A volte, e gli ultimi tempi lo hanno evidenziato, più che i problemi di natura amministrativa, le difficoltà sono determinate da altri fattori, ovvero da dinamiche e logiche politiche indigeste per il comune cittadino. Per farla breve, Servalli giocoforza dovrà fare i conti con postulanti e compagni di viaggio esigenti e petulanti, ma anche con aspettative eccessive e ambizioni personali fuori luogo.
Ad accompagnarlo in questa avventura è una squadra di consiglieri con molte presenze giovanili e, per forza di cose, inesperte. Toccherà, quindi, proprio al nuovo sindaco imprimere la direzione giusta, ma più ancora imporre modalità e comportamenti corretti con regole puntuali. Servalli, almeno per quello che si è capito finora, ha in proposito idee chiare, forte anche della travagliata esperienza dell’Amministrazione Galdi, da lui vissuta con attenzione e senza livori dai banchi dell’opposizione in questi cinque, ultimi tormentati anni.
Il nuovo sindaco, che è un sincero democratico, avrà però un compito ulteriore e forse ancora più arduo, quello di riavvicinare i cittadini alle istituzioni e alla politica. Non è cosa da poco, anzi, ma quando vanno a votare al ballottaggio la metà dei cavesi, il campanello d’allarme è tale che non si può restare indifferenti.
D’altro canto, cifre alla mano, Servalli è stato eletto da appena il 30% degli elettori metelliani. Un’esigua minoranza, insomma. Ciò, ovviamente, non inficia minimamente la vittoria del nuovo sindaco, che è priva di qualsiasi ombra. Servalli, però, è persona troppo avveduta e per bene per non sapere che deve convincere, ma soprattutto dare motivo di speranza e di fiducia a chi non lo ha votato, ma più ancora a chi non è andato alle urne per esercitare un diritto inviolabile qual è quello dell’esercizio del voto.
Insomma, al neo sindaco Servalli gli auguri di buon lavoro. Ne ha bisogno, soprattutto per il bene della città. (foto Angelo Tortorella)