In un recente commento, il Direttore ha espresso opinione sul primo semestre della Giunta Servalli, rilevando che sembra concentrata, soprattutto, ad amministrare l’ordinario.
Certamente è questa l’impressione percepita, specialmente se comparata con i programmi ascoltati all’indomani delle precedenti tornate elettorali.
Ma a bene osservare, il Sindaco non ha mutato l’abitudine di circolare tra la gente, di ascoltarla e di annotare. La sua amministrazione ha compiuto scelte diverse dalle precedenti fin dal luglio scorso, in consiglio comunale; tuttavia ha portato a termine quelle opere iniziate dall’amministrazione Galdi (strada di penetrazione tra via Gramsci e via Gen. Parisi, Piazza Abbro) senza arrogarsi meriti particolari.
Insomma un impatto sobrio e concludente, come la illuminazione natalizia del Corso, senza sfarzo, in linea con lo stile dei cavesi: signorili, semplici, senza strafare.
Insomma ho l’impressione di un approccio discreto e leggero, molto distante dai proclami e dai tamburi rutilanti che hanno -da un ventennio- invaso la politica, portando sugli scudi chi fa più clamore.
Non credo che la scelta di questo approccio debba essere confuso con l’immobilismo amministrativo; si vocifera che i cambiamenti nell’interna corporis, iniziati in estate, proseguiranno in inverno, con rotazione del personale negli uffici comunali.
Se qualcuno attendeva, nel contesto economico attuale, stravolgimenti dal sindaco Servalli, nel primo semestre di amministrazione, non ha considerato l’esperienza maturata come militante e segretario di partito, consigliere comunale, assessore, ruoli nei quali ha osservato e metabolizzato gli avvenimenti degli ultimi 20/25 anni di politica cittadina, provinciale e regionale.
E a chi rimprovera lo scarso contrasto per la perdita dei reparti sanitari a Cava, va ricordato che ogni speranza era resa vana sia dalle (non) scelte di edilizia sanitaria dei primi anni 90, sia dal Piano Sanitario Regionale imposto alla regione Campania (che traccheggiava dal 2006) dal Commissario del Governo, nel 2008.
In questo momento, quindi, il Sindaco e la sua Giunta fanno bene ad astenersi dalle promesse roboanti e a guardare con attenzione e fiducia a quanto può essere coltivato e sostenuto mercé progetti finanziati con fondi europei e fondi regionali.
In quella direzione possono volgersi le speranze dell’amministrazione pubblica.
Per il resto, bisognerà sostenere le attività imprenditoriali, trattenendole a Cava o facendole rientrare, perché molte sono andate via o stanno per farlo, avvilite dai 14 vincoli gravanti sul territorio di Cava, dal clima di tensione delle varie inchieste-provocate dalla stessa politica cittadina, dai grandi progetti dispersi nei lustri. (foto Gabriele Durante)