In città, comprensibilmente, cresce l’attesa per conoscere la prima Giunta municipale del sindaco Servalli, dalla cui composizione forse si capirà di che panni veste la futura Amministrazione. Per farla breve, se ci sarà o meno la svolta buona, anzi #laSvoltabuona.
Molto probabilmente, proprio in ragione di questa attesa tanto legittima quanto eccessiva, sotto i portici si è rapidamente diffusa la voce che Servalli ha qualche problema in più del previsto e che dovrà accontentarsi, in un primo momento, di formare una mini giunta, composta da tre-quattro assessori, da completare in seguito con altre nomine.
Pur immaginando l’oggettiva difficoltà di contemperare più di un’esigenza nella formazione del governo cittadino, stentiamo a credere che questa sia la vera situazione politica che sta affrontando il neo sindaco. Se, invece, quel che si vocifera corrisponde davvero alla realtà, allora questo non è di sicuro un buon segnale che si dà alla città. Al contrario, farebbe emergere l’immagine di un sindaco prigioniero degli appetiti della sua maggioranza, ma sarebbe anche un déjà vu che i cavesi hanno severamente bocciato alle ultime elezioni.
Enzo Servalli ha sufficiente esperienza e capacità politica per permetterci di dargli consigli in merito. E siamo certi che sia consapevole dell’autorevolezza politica attribuitagli dai cavesi e che, in questo momento, è del tutto intatta.
Ora più che mai, infatti, ha la forza contrattuale per far valere quello che è stato il principio ispiratore della sua campagna elettorale: vincere per governare bene. Questo, per dire che la scelta degli assessori, pur tenendo conto degli equilibri interni alla maggioranza e delle relative indicazioni, dovrà essere improntata, nel limite del possibile, alla qualità dei nominati, per assicurarsi competenze e garantire efficienza ed efficacia all’azione amministrativa. Per farla breve, Servalli deve rassegnarsi all’impossibilità di accontentare tutti gli amici di cordata, bensì scegliere nell’esclusivo interesse della città.
Insomma, se davvero ci sono eccessive difficoltà nel comporre il puzzle della giunta e delle altre nomine, ma anche per e nel prosieguo del suo mandato, il sindaco Servalli dovrà prendere in prestito dal suo leader nazionale un po’ delle sue discusse e discutibili qualità: rapidità, determinazione e quella che gli inglesi chiamano self-confidence, vale a dire sicurezza di sé. Tradotto, velocità di pensiero e di azione per non lasciarsi logorare; assumersi la responsabilità di decidere in modo netto e chiaro, anche a costo di sbagliare, per non farsi risucchiare dalle logiche e dalla ritualità della vecchia politica o farsi intrappolare dalle pastoie burocratiche; infine, avere una forte consapevolezza dell’investitura popolare ricevuta e quindi del proprio ruolo.
Per il resto, che dire? Forse è auspicabile -anche se inn città le aspettative di cambiamento sono grandi e più che legittime- lasciar lavorare il neo sindaco, almeno in questa prima fase, con tranquillità e senza assilli particolari. In altre parole, non dobbiamo aver fretta nell’esprimere giudizi di qualsiasi valore, ma, al contrario, pazientare.
E più ancora, leggendo già quello che viene postato sui social, i cavesi farebbero bene a dare il giusto valore a #laSvoltabuona, che è uno slogan elettorale, l’headline di una campagna elettorale, non certo il mantra o un nuovo vangelo.
In conclusione, è stato eletto un sindaco, non il messia. (foto Giovanni Armenante)