La gestione della raccolta e smaltimento rifiuti nella nostra città resta indubbiamente un argomento di strettissima attualità. Lo è ancora di più in questi giorni in cui si registrano due accadimenti tanto concomitanti quanto significativi e per certi versi convergenti.
Parliamo, in primo luogo, dell’avvio stamani del “porta a porta spinto” in alcune zone centrali della città. Si tratta di un progetto pilota che dovrebbe portare ad una completa rivisitazione del servizio gestito da Metellia, con l’intento di conseguire più di un obiettivo. Ottenere, cioè, una maggiore quota di raccolta differenziata, rendere più efficiente il servizio, conseguire risparmi di gestione con conseguente ricaduta positiva per i contribuenti cavesi.
Per farla breve, quella di oggi è da salutare come un evento più che positivo, da incoraggiare e seguire con l’attenzione che merita.
Un altro accadimento, però, di segno completamente opposto, ha caratterizzato la vicenda rifiuti in questi ultimi giorni. Stiamo parlando della situazione in cui si è venuto a trovare il Consorzio di bacino Sa 1 che, a corto di automezzi, non è in grado da alcuni giorni di assicurare del tutto o in parte il servizio di raccolta dei rifiuti di propria competenza. Le conseguenze sono state immediate: cumuli di rifiuti sparsi un po’ ovunque in città.
E’ indubbio che il Consorzio, a prescindere dalle responsabilità di chi lo gestisce, stia vivendo un momento di particolare difficoltà. Tuttavia, questa è l’ennesima riprova, e speriamo che sia l’ultima, di come questo carrozzone bassolinano debba concludere in tempi ristrettissimi la sua esistenza confluendo, con le modalità più opportune e adeguate, nella Metellia, la società comunale che dovrà essere l’unica a gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nella valle comunale.
A dirlo è la realtà dei fatti e del buon senso, ma anche della buona gestione della cosa pubblica. Senza doppioni e con un unico gestore, sarà più che possibile rendere maggiormente efficiente il servizio, ma soprattutto combattere gli sprechi e abbattere i costi di gestione posti, ahinoi, direttamente a carico dei cittadini cavesi. Stiamo parlando di un possibile risparmio in prospettiva pari ad alcuni milioni di euro l’anno, non di bruscolini, che se ritornassero nella disponibilità dell’economia cittadina porterebbero ad un indubbio ed immediato vantaggio per le famiglie e le imprese, ma costituirebbero di riflesso anche una spinta considerevole al commercio e alle attività imprenditoriali metelliane.
Questa, in sintesi, sarebbe la vera spending review e non soltanto le pie intenzioni (o poco più) che l’attuale Amministrazione comunale, non certo per sua responsabilità, ha potuto finora mettere in campo. In breve, l’auspicio è che questa “fusione” si verifichi in tempi strettissimi e che nessuno la ostacoli con argomentazioni tanto speciose quanto strumentali. Per dirla a chiare lettere, questo matrimonio Metellia-Consorzio, a differenza di quello manzoniano, «s’ha da fare» e pure subito. Fino ad allora, quella dei rifiuti resterà una piaga aperta e sanguinante.
A margine di ciò, una personale annotazione.
E’ comprensibile che l’Ufficio Stampa del comune metelliano abbia diffuso una nota per chiarire che la mancata raccolta dei rifiuti dipendesse dal Consorzio, informando delle cause nonché della posizione dell’Amministrazione comunale circa la problematica.
Oddio, meglio sarebbe stato se il Comune avesse, anche ufficialmente, invitato il Consorzio a darne comunicazione e ad assumersi così le relative responsabilità, piuttosto che affrettarsi a emettere, di domenica, il comunicato in questione, dal momento che l’immondizia era in bella mostra in strada dal venerdì precedente senza che i mass media se ne fossero accorti.
Non è, però, affatto comprensibile e assai discutibile che la predetta nota sia stata accompagnata finanche da due foto di rifiuti in bella vista che la stampa, noi compresi, abbiamo ampiamente utilizzate. Un colpevole eccesso di zelo, ma più ancora uno scivolone dell’Ufficio Stampa comunale, che dalla comunicazione istituzionale è saltato a piè pari nella più grossolana propaganda politica.
Non è solo una questione di stile, però. Se è vero che, da un punto di vista della comunicazione, la vicenda è stata gestita in modo maldestro, è palpabile come la stessa sembra avere le sembianze di una sorta di sciacallaggio politico se non di un regolamento di conti tra la Metellia (che forse avrà sollecitato il comunicato in questione e fornito pure le foto) e il Consorzio.
Insomma, è evidente che la responsabilità è politica piuttosto che dei colleghi dell’Ufficio Stampa: la comunicazione del disservizio andava fatta direttamente ai cittadini e non alla stampa, magari utilizzando i vetusti ma sempre efficaci manifesti, senza per questo sputtanare la città sui giornali, quantomeno sul piano provinciale. Non si può, infatti, da parte del Comune, chiamato a tutelare comunque e sempre la comunità di cui si è l’ente esponenziale, concorrere nell’amplificare a mezzo stampa l’effetto negativo e l’evidente danno all’immagine cittadina arrecato dal disservizio del Consorzio.
D’altro canto, al riguardo non ci vuole molto: la comunicazione del Comune, compresa e soprattutto quella attraverso i social, non dovrebbe fare altro che allinearsi sempre a quelle che sono alcune delle tanto apprezzate peculiarità caratteriali del sindaco Servalli, ovvero, correttezza istituzionale, sobrietà e equilibrio.
Per la campagna elettorale c’è ancora tempo.